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La lezione di Cagliari: padel da sold out anche senza i giganti

Gli spalti stracolmi del FIP Platinum Sardegna dimostrano che il padel può fare il pienone anche senza doversi per forza affidare ai suoi nomi più celebri. Non era per niente scontato (anzi…), e rappresenta una notizia importantissima in vista del 2024. Oltre al pubblico, promossi anche Chingotto a sinistra e Carolina Orsi

di | 10 ottobre 2023

I quattro finalisti del FIP Platinum Sardegna posano con gli spettatori dopo la premiazione (foto FIP)

Oltre ad aver riscosso un successo incredibile, al di sopra delle aspettative in termini di quantità di spettatori ed entusiasmo, il FIP Platinum Sardegna della scorsa settimana a Cagliari ha fornito soprattutto un dato, estremamente importante per il futuro del circuito. Perché, nel giustificare gli spalti dei tornei spesso mezzi vuoti fino al giovedì/venerdì, si era sempre detto che il padel per oggi è uno sport la cui popolarità è ancora troppo aggrappata ai top players, perché l’appassionato medio conosce quelli e quelli vuole vedere. Invece, l’evento del Tennis Club Cagliari ha mostrato una situazione diversa e (molto) incoraggiante, con gli spalti pienissimi nelle ultime giornate.

L’ingresso gratuito ha sicuramente fatto la sua parte, così come la fame di padel della regione italiana nella quale nel 2023 sono stati costruiti il maggior numero di impianti, ma il risultato resta importante. I posti a sedere sul Centrale sono oltre 1.000 eppure durante le finali non ce n’era uno solo vuoto, con gente assiepata anche in piedi, sui gradini, sulla terrazza, ovunque. È vero che al via del maschile c’erano 35 dei primi 50 del mondo, ma soltanto uno dei primi 13, quel Federico Chingotto che poi ha vinto il titolo a fianco di Mike Yanguas. Ergo, l’evento di Cagliari ha provato che il grande padel non ha sempre per forza bisogno di Galan, Lebron, Tapia, Coello, Bela e Paquito per attirare interesse. In certi casi può funzionare bene anche senza di loro, cosa che succederà in quanto è difficile ipotizzare che tutti i fenomeni possano continuare a giocare tutti i tornei, anche quando dal prossimo anno il numero complessivo calerà.

Un passaggio importantissimo, che dà coraggio e servirà da vetrina al Cupra FIP Tour per convincere sempre più realtà a investire nel circuito. Con un pizzico di fortuna possono uscire tornei spettacolari in termini di livello e partecipazione del pubblico, anche quando a occupare le prime teste di serie non ci sono i soliti noti.

Il Centrale del Tennis Club Cagliari pienissimo durante la finale del FIP Platinum Sardegna (foto FIP)

Per il resto, la settimana di Monte Urpinu ha confermato l’amore della gente per Federico Chingotto, uno che non lascia indifferenti. Deve (almeno) una ventina di centimetri a quasi tutti i colleghi, ha la metà della potenza degli altri eppure è – ormai da anni – uno dei più forti della combriccola, tanto che fino a qui ha pure raccolto meno di quanto avrebbe meritato. In Sardegna si è preso la sinistra e ha dimostrato di poter giocare da top player anche da quel lato del campo, battendo con Yanguas un paio di coppie niente male. Difficile diventi qualcosa più che un semplice esperimento, ma intanto il test nel “reves” ha funzionato a meraviglia e gli ha regalato una delle soddisfazioni più importanti della sua carriera.

Sarà per il suo essere diverso da tutti gli altri, per il volto da bambino, il sorriso sempre stampato sul viso o la voglia di scherzare in continuazione, collante della collaborazione da due finali Major consecutive con Paquito Navarro. Ma la gente lo adora e in Sardegna è arrivata l’ennesima dimostrazione.

Federico Chingotto (sinistra) e Mike Yanguas, vincitori del titolo nella finale contro Moyano/Gil (foto FIP)

A completare l’eredità del torneo c’è la splendida finale di Carolina Orsi, la quale ha contribuito enormemente al sold out. Il pubblico italiano è patriota per definizione, e trovare una bandiera italiana in finale in un torneo così importante era un’occasione da non mancare. Anche perché non era mai capitato prima. Non poteva che toccare alla romana, la migliore delle nostre. Nel 2023 “Caro” ha fatto un altro salto di qualità e nonostante non competa più a fianco di una super giocatrice come Patty Llaguno sta comunque portando avanti (bene) il proprio percorso a fianco della spagnola Carla Mesa.

Il forfait delle numero uno Riera/Icardo le ha aiutate, offrendo loro un quarto di finale più semplice del previsto, ma quattro incontri li hanno vinti con le loro pale e pieno merito, in particolare la semifinale contro le top-30 Lucia Martinez e Nuria Rodriguez. Poi, in finale l’esperienza delle due ex numero uno Sainz e Llaguno ha fatto la differenza, ma il risultato resta di quelli di grande valore. Sembrava già una vittoria l’arrivo fra le top-30, invece Carolina oggi non è lontana dalle prime 20. Sarà l’obiettivo per il 2024.

Carolina Orsi: in coppia con Carla Mesa è arrivata in finale, cedendo solo a Llaguno/Sainz (foto FIP)

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