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La nevera: come affrontarla e superarla

Da piano tattico per escludere dal gioco l’avversario più pericoloso, la nevera si trasforma in un ostacolo psicologico per la coppia che la subisce. Ma non bisogna per forza rassegnarsi: esistono un paio di accorgimenti per portare i rivali a giocare da entrambi i lati del campo

di | 21 gennaio 2023

Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di sentirsi, parzialmente o completamente, esclusi da una partita di padel. Talvolta può far parte del piano tattico di una coppia: non appena si accorgono che uno dei due avversari è meno incisivo del compagno, o più insicuro o meno solido, spostano completamente il gioco su di lui, escludendo l’altro avversario dagli scambi per avere maggiori chance di portare a casa il punto. Una situazione tanto comune da avere un suo nome che da espressione gergale è presto entrato nel dizionario del padel: è nota col nome di nevera, che tradotto in italiano vuol dire frigorifero.

L’allusione è semplice da comprendere, ed è legata al fatto che è come se un giocatore venisse “congelato” dalla coppia avversaria. Una situazione che in realtà, se ben analizzata, accade in tanti sport: nel tennis, per esempio, è normale cercare di stuzzicare il colpo meno pericoloso dell’avversario, indirizzando la pallina soprattutto da un lato del campo. È una sorta di piccola nevera, che però si nota meno – o è meno fastidiosa – perché non c’è un giocatore che viene escluso.

La nevera è odiata da ogni padelista, in primis perché tutti scendono in campo con l’obiettivo di toccare il maggior numero di palle possibili, e poi perché da una scelta tattica si trasforma anche in una difficoltà mentale, per entrambi i compagni che la subiscono. Il giocatore chiamato a colpire tutte le palle sente tutta la responsabilità sulle proprie spalle, e può soffrirne, mentre l’altro si sente impotente e avrà la tendenza a provare a entrare su ogni palla per fare la sua parte, spesso con risultati tutt’altro che soddisfacenti. Per questo, talvolta la nevera può essere un modo per destabilizzare gli avversari, da utilizzare anche quando non è così necessario escludere uno dei due dagli scambi.

Paquito Navarro gioca con una giacca per combattere il freddo della nevera

La nevera è comune anche fra i professionisti: celebre la scena di Paquito Navarro, che nel 2017 durante un’esibizione disputata al posto della finale del Master di Valladolid (saltata per un infortunio di Belasteguin), giocò un paio di punti indossando una giacca prestatagli dallo speaker, per ripararsi dal freddo del frigorifero, come scherzosa protesta per il fatto che gli avversari lo stessero escludendo dal gioco.

In generale, il giocatore che subisce la nevera deve cercare di stare molto attivo e molto attento, così che non appena la palla arriverà finalmente dal suo lato del campo possa farsi trovare pronto. L’importante è che non cerchi immediatamente di fare il punto col primo colpo, di frustrazione. Non deve far altro che cercare di seguire il piano tattico classico, costruendo il punto ove necessario e mettendosi al servizio del compagno. Normalmente, un giocatore che viene escluso dal gioco tende a scoraggiarsi. Se quando la palla gli arriva commette un errore, la situazione peggiora. Meglio dunque giocare in sicurezza, e provare a manovrare lo scambio per spostarlo dalla propria parte, senza strafare. In più, a padel si gioca anche senza palla: con la propria posizione è possibile condizionare il successivo colpo dei rivali, obbligandoli a giocare in un determinato modo o da un determinato lato di campo.

Nell’aspetto appena citato si cela una delle soluzioni per provare a uscire dalla nevera, costringendo i rivali a colpire in direzione del giocatore che vorrebbero escludere dal gioco. Per riuscirci, uno dei due compagni prende la rete, mentre il giocatore “freezato” rimane a fondo, coprendo il centro del campo e il suo lato. Così facendo, la coppia rivale sarà quasi obbligata – per questioni di maggiore spazio e minori rischi – a giocare su chi resta a fondo. Un’altra soluzione è l’utilizzo del parallelo, o lungolinea per chi arriva dal tennis. Rompere la catena del gioco incrociato favorirà l’ingresso nello scambio del compagno.

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