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La rivoluzione di Flavio Abbate, il volto nuovo del padel tricolore

Siracusano, classe 2004, è diventato il primo giocatore nato nel nuovo millennio a vincere una tappa del circuito Slam by MINI. Un traguardo enorme per lui, che ha iniziato a fare sul serio col padel solo un anno fa, come per l’intero movimento italiano. “Tengo i piedi per terra – dice –, ma punto in alto. Giocare con Capitani? Rende tutto più facile”

di | 17 marzo 2023

Flavio Abbate, classe 2004 da Siracusa, è il più giovane di sempre ad aver vinto una tappa del circuito Slam by MINI (foto Adelchi Fioriti)

Ci vogliono talento, tanta dedizione, predisposizione naturale e la freschezza dei 18 anni, ma nel mondo del padel italiano possono ancora bastare dodici mesi o poco più per arrivare fra i migliori. Lo racconta la storia di Flavio Abbate (2ª fascia, n.13, 11.050 punti), l’enfant prodige del 7 Padel Village di Siracusa che la scorsa domenica alla Fiera di Roma è diventato il più giovane – e il primo nato nel nuovo millennio – ad aver mai conquistato una tappa del circuito Slam by MINI, la competizione di punta a livello nazionale. Un risultato dal grande significato per il nostro padel e di enorme spessore per un ragazzo, mancino classe 2004, che fino al marzo dello scorso anno i propri sogni sportivi li rincorreva con la racchetta da tennis, da buon seconda categoria con una decina d’anni di attività alle spalle.

Poi, un bel giorno si è accorto che certi sforzi non stavano pagando a dovere, e nel frattempo il padel – praticato qualche volta per divertimento – iniziava ad affascinarlo sempre di più. Così non ha impiegato molto a decidere di cambiare sport, unendosi al gruppetto di giovani di valore provenienti dalla Sicilia, regione che sta dando tantissimo al movimento. Si è capito in fretta che è stata la scelta giusta: in meno di tre mesi Abbate ha vinto i campionati italiani under 18, si è meritato un posto in nazionale per l’Europeo juniores dello scorso ottobre (chiuso dall’Italia con la medaglia di bronzo) e oggi quel futuro che nel tennis iniziava a non vedere più gli è piombato addosso con la pala, sotto forma di presente.

Abbate e Capitani hanno vinto la prima tappa del circuito Slam by MINI 2023, giocata a Ostia e alla Fiera di Roma (foto Adelchi Fioriti)

Fra le ragioni del suo successo c’è naturalmente la scelta di giocare a fianco di Marcelo Capitani (1ª fascia, n.2, 20.510 punti), che con oltre trent’anni di esperienza in campo internazionale è uno dei senatori del nostro padel. Abbate l’ha conosciuto per la prima volta nel 2020, seguendo una sua clinic a Siracusa. “Era la prima volta – racconta – che vedevo un giocatore del suo livello: mi impressionò”. Ma al tempo lui giocava ancora a tennis e finì lì. L’ha ritrovato quando ha iniziato a frequentare i più importanti eventi nazionali di padel e nel 2022 l’ha pure battuto, iniziando ad attirare la curiosità del 47enne italo-argentino.

Anche se la mossa decisiva per la nascita della coppia l’ha fatta Adriano Sammatrice, consigliere deputato al padel del Comitato Regionale Siciliano della FITP. “Ha proposto a Marcelo – continua  Flavio – di giocare qualche torneo insieme a me. A lui piace puntare sui giovani, così abbiamo trovato un accordo”. Una bella sfida anche per Capitani, che in realtà non ha pagato immediatamente: il loro primo torneo come coppia, nel 2022 ad Arezzo, fu un mezzo disastro; ma il secondo (sempre lo scorso anno) è andato decisamente meglio e il terzo è storia recente, col trionfo di domenica a Roma.

E pensare – continua – che il mio obiettivo era arrivare ai quarti di finale. Ma dopo un primo match sofferto siamo andati in crescendo: a me capita spesso. Quel successo al tie-break del terzo set ci ha dato fiducia e da lì in avanti è andata alla grande, fino a una finale giocata sempre in controllo contro una coppia di enorme esperienza come Tamame/Calneggia. Mai mi sarei aspettato di giocare e vincere una finale in quel palcoscenico, davanti a tantissime persone. Per un 18enne è ancora più difficile, ma l’esperienza del tennis mi aiuta a vivere le competizioni con la giusta serenità. Per questo ero tranquillo e rilassato”.

Mancino, Abbate gioca a destra e propone un padel rapido, offensivo e coraggioso (foto Adelchi Fioriti)

Volendo cercare un paragone con le coppie più famose, l’assetto di Abbate-Capitani ricorda il duo Coello-Belasteguin, i quali nel 2022 hanno fatto grandi cose. A destra c’è il giovane, mancino, offensivo e coraggioso, che interpreta un padel moderno, veloce e potente; dall’altro lato il giocatore di sinistra vecchio stile, che alla forza bruta preferisce il cervello. “È una soluzione – dice ancora Abbate – che funziona per entrambe le parti. I veterani hanno bisogno della freschezza dei più giovani, i quali invece puntano ad attingere dall’esperienza di chi gli sta a fianco. Il gioco che veniva proposto da Coello-Belasteguin è un buon riferimento. Io cerco di più la rete e la soluzione vincente, mentre Marcelo tende a rimanere dietro per toccare più palle e mettermi nelle condizioni di spingere”.

Un’idea di gioco che, risultati alla mano, funziona a meraviglia. “Giocare con Marcelo è un’esperienza incredibile. Mi capita di avere la sensazione che non possa mai sbagliare una palla e una scelta. Sa sempre dove tirare, quando, come, perché. Questo mi trasmette una fiducia enorme, mi aiuta a giocare meglio. A volte so che mi basta andare avanti e prima o poi, per merito suo, mi arriverà una palla comoda da chiudere”.

Dopo il successo Slam, Capitani ha detto che Abbate sarebbe stato contattato da tanti altri giocatori, intenzionati a strapparglielo. Scherzava, ma è indubbio che il giovane ha caratteristiche in grado di fare gola a tanti colleghi. “Io però – precisa il siracusano – non ci penso, perché con Marcelo mi trovo benissimo e insieme a lui posso arrivare dove voglio. Possiamo dire la nostra in Italia e anche nel circuito FIP”.

Come padre e figlio: fra Capitani e Abbate ci sono ben 29 anni di differenza (foto Adelchi Fioriti)

L’accordo Abbate-Capitani prevede l’intera stagione a livello italiano, ma anche qualche appuntamento internazionale. “Mi piacerebbe – continua il giovane – iniziare a muovere i primi passi fuori dall’Italia, anche perché vorrei puntare alla selezione per la nazionale maggiore (quest’anno ci sono i Campionati europei, ndr). In generale, mi piacerebbe entrare nei primi 250 del ranking mondiale FIP. Servono una sessantina di punti: con un’attività di un certo tipo è un traguardo alla portata”.

Per inseguirlo, il 18enne sta valutando di lasciare la Sicilia per trasferirsi a Roma oppure a Madrid, dove nel corso dell’inverno si è allenato per due mesi, alla M3 Padel Academy base anche dei numeri uno al mondo Galan e Lebron. “Lì ho capito cosa veramente significhi affrontare questo sport a livello professionistico. È ciò che mi piacerebbe fare”. L’emozione e la carica data da un successo come quello di domenica può aiutare a compiere il passo decisivo, ma Abbate tiene i piedi per terra. “Sono contentissimo – dice – ma la priorità rimane l’allenamento e la crescita. L’obiettivo è divertirmi, giocare col sorriso e continuare a vivere il padel con il giusto spirito, come ho fatto sin qui”.

Visto dove è arrivato in un anno, vien da chiedersi dove sarebbe se avesse iniziato prima. “Non ci penso – dice –, penso soltanto a mettere tanto impegno in ogni allenamento, col desiderio di scoprire se quest’anno sarò già competitivo anche a livello internazionale. Verso l’obiettivo futuro di arrivare fra i primi 50 del mondo”. Un traguardo che mai nessun italiano di nascita è riuscito ad avvicinare, anche se la generazione di Abbate o dei più grandi Iacovino, Graziotti e Cassetta pare quella giusta per colmare il gap. “Citerei anche Matteo Platania – aggiunge Flavio –, un ragazzo del 2006 che gioca in maniera incredibile e farà parlare di sé. Abbiamo tutti grandi ambizioni: non ci resta che provarci al massimo delle nostre possibilità e vedere come andrà a finire”. Un intero movimento fa il tifo per loro.

Flavio Abbate è uno dei nomi più caldi della nuova generazione del padel italiano (foto Adelchi Fioriti)

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