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Libaak e Augsburger, i nuovi enfant prodige del padel

A 35 anni in due gli argentini sono diventati le prime wild card finaliste in un torneo WPT, a La Rioja. Un’impresa costruita con un talento innato che gli permette già di giocarsela coi big, ma anche raccogliendo i frutti del grande salto che qualche mese fa li ha portati all’academy Nox a Barcellona, per iniziare il percorso da “pro”. Il futuro può essere anche loro

di | 14 marzo 2023

Se Martin Di Nenno e Franco Stupaczuk sono i Superpibes, Valentino “Tino” Libaak e Leandro Leonel “Leo” Augsburger si sono già guadagnati l’appellativo di Megapibes, anche se avrebbero meritato di più il prefisso “giga” come gigante è stata la loro settimana all’Open WPT di La Rioja, dove le polemiche per l’assenza dei numeri uno Galan/Lebron (e non solo) hanno lasciato presto spazio a una delle favole più intriganti nella storia del circuito. Perché mai era successo che due wild card arrivassero in finale e per la prima volta ce l’hanno fatta due ragazzi di 17 e 18 anni, che si trovano fuori dai primi 100 del mondo e col padel dei “pro” hanno iniziato da poco, ma per una settimana hanno fatto impazzire il pubblico del Superdomo arrivato a sfiorare quota 14.000 presenti solamente per la finale.

È durata 42 minuti ed è stata una delusione, perché non appena Libaak e Augsburger hanno dovuto fare i conti con la realtà di ciò che stavano combinando l’estasi si è trasformata in tensione e la magia li ha abbandonati in tre secondi, ma la settimana argentina è stata un lampo di imprevedibilità che promette di aver lanciato una coppia da tenere subito d’occhio. Perché arrivare a giocare una finale, nel circuito come è strutturato oggi, è roba per pochissimi. Farlo alla loro età, battendo nel percorso una lunga serie di giganti del presente e del passato (Navarro, Tello, Sanchez, Diaz e non solo), vuol dire che chi da tempo scommette sul loro conto non ha sbagliato.

Libaak, classe 2005 da Villa Mercedes (la stessa città dell’ex n.1 del mondo Maxi Sanchez), e Augsburger, di un anno più grande da Posadas Misiones, nel nord dell’Argentina, giocano un padel di fantasia e intensità, con la freschezza dell’età come arma in più. Si è notato benissimo a La Rioja, dove match dopo match sembravano i primi a non credere a ciò che stessero combinando, eppure – finale a parte, dove il peso di giocare contro il loro idolo Agustin Tapia li ha schiacciati – hanno condotto gli incontri da giocatori navigati. E hanno pure mantenuto una promessa un po’ folle, visto che alla vigilia del match contro Navarro/Tello avevano promesso di tingersi i capelli in caso di impresa, e all’indomani si sono presentati in campo per i quarti di finale con la testa biondo platino.

Ha portato bene e col senno di poi il cambio di look è servito anche ad aggiungere hype a una cavalcata fatta di tanto padel e di quel terrificante remate a traer – lo smash che dopo l’impatto sulla parete di fondo torna nella propria metà campo scavalcando i rivali – che Ausgburger ha già trasformato nel suo marchio di fabbrica. Ma anche di muscoli ancora da costruire e incertezze figlie dell’età, di sorrisi e lacrime di gioia in panchina dopo la semifinale vinta contro i connazionali Juan Cruz Belluati e Miguel Lamperti, che da solo ha nove anni in più della somma dell’età dei suoi due ultimi rivali.

Nel percorso di Libaak e Augsburger si sta rivelando determinante l’aiuto del loro sponsor tecnico, che ha messo entrambi sotto contratto e qualche mese fa li ha spediti dall’Argentina a Barcellona, nella nuova Nox Future Academy. Si tratta di un centro di alto rendimento che ha in Pablo Crosetti (coach di Tapia) uno dei suoi riferimenti, e nel quale i giovani testimonial dell’azienda vivono e si allenano insieme, con l’obiettivo di diventare giocatori professionisti. Questo ha permesso ai due di fare il grande salto, che per i giocatori sudamericani vuol dire trasferirsi in Spagna, dove confrontarsi costantemente coi migliori.

Una mossa che ha pagato più in fretta del previsto. Perché sì, le loro qualità giustificavano ambizioni importanti, ma nessuno – nemmeno Crosetti – si sarebbe immaginato di trovarli in finale già nel secondo torneo WPT della stagione, anche perché nel primo non avevano superato le qualificazioni e lo stesso vale per i prossimi due (anche se questa settimana Augsburger sarà comunque in Cile insieme a Mike Yanguas, rimasto senza compagno per il forfait di Arroyo ma salvato dalla possibilità di sceglierne uno fra gli sconfitti al turno decisivo della Previa).

Per Leo sarà un’opportunità per fare altra esperienza prima di tornare in Spagna, riunirsi col compagno e progettare i prossimi miracoli. Ora che hanno mostrato cosa possono riuscire a fare, viene il momento di farlo con continuità. Un passaggio per nulla scontato, ma per chi gioca a padel come loro è tutto più facile.

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