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Migliorarsi nel padel: riconosci e analizza i tuoi errori

Si dice che il primo modo per risolvere un problema sia ammettere di averlo. Un discorso che si sposa a pennello col padel: tutti i giocatori tendono a sentirsi di un livello superiore a quello reale, notando solo i propri pregi e mai i difetti. Invece, comprendere le proprie lacune (e analizzarle per risolverle) è già un modo per migliorarsi

di | 16 settembre 2023

Ci sono tanti modi per migliorare nel padel. Il primo è naturalmente il più semplice: giocare il più possibile. Maggiore diventa la confidenza con i colpi, le dinamiche del gioco e il compagno, e più il livello cresce. Il secondo è farsi aiutare dagli insegnanti, che possono agevolare il processo di apprendimento. Il terzo, meno banale degli altri, è imparare a riconoscere i propri errori e le proprie lacune.

Non esiste un solo giocatore di padel che non si senta a un livello superiore di quanto realmente sia, perché tutti sono bravi a esaltarsi per ciò che riescono a fare bene, tendendo a ignorare ciò che invece non funziona. Eppure, se molti continuano a frequentare gli stessi livelli, magari perdendo puntualmente con avversari considerati inferiori, un motivo c’è. Per questo, per crescere ogni giocatore dovrebbe in primis imparare ad analizzare il proprio gioco, con onestà, mettendo da parte l’orgoglio. Si dice che il primo modo per risolvere un problema sia accettare di averlo, e il discorso funziona alla perfezione anche per il padel.

Persino i giocatori più forti del mondo lavorano quotidianamente per limare anche solo dell’1% le proprie lacune, quindi lo possono tranquillamente fare pure tutti gli altri, smettendo di cercare scuse e dare la colpa alla giornata storta, al compagno, agli avversari, alla pala, alle palline sgonfie, al comportamento delle pareti, ai fari, al vento, al sole e chi più ne ha più ne metta. Le condizioni di gioco sono le stesse per tutti i quattro in campo, ma se non funzionano per uno solo un motivo ci deve pur essere. Specialmente perché sembrano essere terribili solamente nei punti persi e mai in quelli vinti. Chissà come mai.

Ricapitolando, il primo passo è prendere coscienza dei propri limiti e già questo permette di diventare giocatori migliori, perché quando si sa di avere delle lacune si può subito trovare un modo per aggirarle, magari evitando certe soluzioni che funzionano una volta sì e cinque no. Ma non è sufficiente. Bisogna capire le origini della lacuna e dei troppi errori, così da avere a disposizione il materiale per migliorare la situazione. Si può sbagliare per tanti motivi diversi: magari per limiti tecnici, o per un errore di posizionamento, o perché in una determinata situazione il colpo giusto non era quello più indicato, e via discorrendo. Capire il motivo di un errore aiuta a non ripeterlo.

In determinati casi può dare una mano la tecnologia (basta riprendere un incontro con uno smartphone posto a bordo campo per accorgersi di un miliardo di particolari che durante il punto è difficile notare), ma prima di tutto viene la buona vecchia autocritica. Mettersi in discussione, nello sport, è sempre utile e diventa uno stimolo per migliorarsi, anche perché spesso basta poco per rendersi conto che la realtà dei fatti è ben diversa da quella immaginata, o da come può apparire nelle giornate di grazia.

Un giocatore magari meno dotato tecnicamente, ma che è in grado di riconoscere i propri limiti e lavora in maniera mirata, migliorerà molto più rapidamente di chi invece parte avvantaggiato dal punto di vista tecnico, ma si limita a quello. Perché chi si sente già arrivato ha la tendenza a sedersi sugli allori, fermandosi. Mentre chi è cosciente di dover migliorare continua a lavorare per riuscirci e molto spesso – anche se il percorso può essere lungo – ci riesce per davvero.

Detto ciò, anche l’autocritica richiede moderazione, perché abbattersi troppo per un errore non farà che produrre altri errori. Ergo, giusto dare peso a ciò che non ha funzionato dopo una giocata sbagliata, ma sempre considerando che c’è un match che va avanti. Quindi l’immediata occasione per fare meglio.

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