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Padel al top col diabete? Si può. Lo conferma Alex Ruiz

Malgrado la difficile convivenza col diabete di tipo 1, Alex Ruiz è da anni nell’èlite del padel. Non si sente un esempio, ma la sua storia – come quella del tennista Alexander Zverev – può esserlo: non era stato giudicato idoneo per fare sport a livello professionistico, invece è diventato uno dei migliori al mondo

08 febbraio 2024

Si può diventare grandi campioni anche con una malattia così complicata da gestire come il diabete di tipo 1? Sì, e lo dimostrano due grandi esempi con la racchetta in mano. Il padelista Alex Ruiz, per tutti Capitan America vista la sua somiglianza col personaggio della Marvel, e il tennista Alex “Sascha” Zverev, recente semifinalista all’Australian Open. Questa malattia cronica è caratterizzata da un aumento del livello di zucchero nel sangue e richiede l'iniezione di insulina perché il corpo non produce autonomamente questo ormone, responsabile del controllo dei valori di glucosio. Una situazione delicata, ma che non impedisce di diventare sportivi di alto livello.

“Il corpo subisce molti cambiamenti improvvisi, che non ti aspetti, e devo dare molta importanza al recupero e al sonno. Dormire e mangiare bene influiscono notevolmente sulla glicemia”,  ha dichiarato il mancino Ruiz, che qualche anno fa era stato giudicato non idoneo a fare sport a livello professionistico e oggi è fra i migliori al mondo con la “pala”, da numero 12 della classifica FIP e compagno del “gato” Juan Tello. Ruiz ha spiegato come cerca di controllare la patologia. “Mi succede qualcosa in ogni partita. La pressione e la tensione mi destabilizzano, perdi forza e la glicemia sale alle stelle. Con 250 milligrammi di glucosio per decilitro nel sangue, i medici consigliano di non fare nessun tipo di attività sportiva perché può essere pericolosa. Alla fine delle partite sono spesso a 300 milligrammi: cerco di controllarlo e adattarmi”.

Più si va avanti con l’età e più il corpo cambia, quindi l’adattamento alla malattia è fondamentale. “La dose di insulina che andava bene prima non è detto che andrà bene ora o in futuro. Io un modello per i ragazzi? Non credo di esserlo, ho i miei dubbi, le mie paure e ne parlo con chi ha la malattia. Non esiste il diabete perfetto, cerco solo di conviverci e di gestirlo al meglio”. Intanto Capitan America ha vinto titoli nel circuito mondiale ed è costantemente nell’elite del padel, nonostante il diabete.

Dall’Alex del padel a quello del tennis il passo è breve. Anche Sascha Zverev convive con il diabete di tipo 1 e ne ha parlato parecchie volte. Il tedesco, plurisemifinalista Slam e finalista agli Us Open 2020, è fra i migliori tennisti della sua generazione e ha voluto lanciare un messaggio importante per combattere il diabete. Un anno e mezzo fa, il 6 agosto 2022, Sascha ha fondato la Fondazione Alexander Zverev, che sostiene i bambini affetti da diabete di tipo 1 e aiuta le persone a prevenire il diabete di tipo 2, conducendo una vita sana e attiva.

La missione della Fondazione è di fornire insulina e farmaci salvavita ai bambini dei Paesi in via di sviluppo e a chi ne ha bisogno. Zverev, sia attraverso l’associazione, sia attraverso le varie interviste, ha sempre incitato i più giovani affetti dalla malattia a non rinunciare ai propri sogni. “L’unico limite è quello che ti poni”, è lo slogan che propone Sascha, che ha raccontato più volte che tantissimi dicevano che non ce l’avrebbe fatta a diventare un professionista. I 21 tornei Atp, fra i quali due Nitto Atp Finals e l’Oro olimpico di Tokyo 2020, raccontano un'altra storia. Confermata anche dalla pala di Alex Ruiz.

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