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Prima Lima, poi Diaz, presto Bela: il padel perde i mostri sacri

Nel giro di pochi mesi hanno annunciato il ritiro a fine 2023 prima Pablo Lima e poi Juan Martin Diaz, i due storici compagni di Fernando Belasteguin. Fra i fenomeni ad aver accompagnato il padel nella nuova dimensione rimane solo “Bela”, che non ha mai nascosto l’intenzione di appendere la pala al chiodo a fine 2024. Ci avviciniamo alla fine di un’epoca

di | 22 agosto 2023

Quando per comprendere chi sia la persona in questione non c’è nemmeno bisogno del cognome, vuol dire che la figura è di enorme importanza. È così per Juan Martin Diaz, che nell’universo del padel è semplicemente Juan Martin, nome (doppio) di uno dei pionieri del gioco professionistico, pronto a dire addio a fine 2023. Curiosamente, “El Galleguito” lo farà insieme a Pablo Lima, l’altro compagno che ha contribuito a rendere Fernando Belasteguin il più vincente di sempre, e altro membro di un club ormai ristrettissimo di giocatori che hanno vissuto da protagonisti le due epoche del padel. Quella che fu, da sport confinato nei club con una ristrettissima cerchia di professionisti che provavano (spesso invano) a conquistare maggiore riconoscimento; e quella moderna, da fenomeno globale che riempie gli stadi e viene trasmesso in oltre 180 paesi nel mondo.

Se Bela è la leggenda, Diaz – 48 anni a novembre – è il fenomeno che l’ha spalleggiato da numero uno per 13 lunghi anni, prima della rottura datata 2014, raccogliendo oltre 150 titoli e facendo innamorare migliaia di appassionati. Se oggi il mancino di Mar del Plata non riceve quasi mai il riconoscimento che merita è perché dall’addio con Bela ha vinto pochissimo (nel 2015 il suo ultimo titolo), quindi il pubblico attuale – al 99% nuovo rispetto a una decina d’anni fa – l’ha scoperto nella fase calante della sua carriera e non ha avuto modo di apprezzarne a dovere un padel mancino unico nel suo genere, che combina un talento smisurato, classe, riflessi e tanto altro.

Ma chi conosce la storia e capisce l’essenza del padel, non può rimanere impassibile di fronte alla notizia dell’addio di uno dei suoi mostri sacri, di uno di quelli che hanno cambiato (per sempre) il modo di intendere il gioco.

Malgrado le condizioni dei giocatori siano le migliori di sempre, in termini di trattamento e guadagni, Diaz – come già Lima – ha deciso che non è comunque più il caso di andare avanti. Segno che il suo corpo, logorato da trent’anni di padel professionistico ai massimi livelli, non ne può davvero più. “Se tutto andrà bene – ha spiegato – sarò in campo fino a fine anno, poi basta. C’è sempre qualche noia fisica che mi crea problemi, e questo è ciò che più mi dà fastidio anche nei confronti dei miei compagni: non riuscire mai a essere nelle condizioni che vorrei”.

Mentalmente dev’essere un bel peso, ma Juan Martin ha già fatto abbastanza, vincendo come pochissimi altri e affiancando tanti fenomeni del gioco: da Belasteguin al “mago” Sanz, più Bebe Auguste, Juani Mieres, Cristian Gutierrez, Paquito e più recentemente Lebron e Tapia. L’addio, invece, dovrebbe arrivare a fianco di un’altra leggenda come Miguel Lamperti, per la prima volta al suo fianco. Lo desideravano entrambi da un po’, ma non era mai successo, così prima di smettere i due hanno voluto togliersi lo sfizio di dividere il campo. Lo faranno a partire del Major di Premier Padel a Parigi, andando a formare – a 91 anni in due: 47 Diaz e 44 Lamperti – una delle coppie “pro” più anziane di sempre. Una soluzione affascinante che saprà sicuramente attirare l’attenzione, anche solo per la possibilità di vederli competere contro avversari che potrebbero tranquillamente essere loro figli.

Nel frattempo, Diaz ha già annunciato un nuovo ruolo da consulente strategico per i New York Atlantics, uno dei team della nuova Pro Padel League americana, mentre Belasteguin rimarrà presto l’unico giocatore in attività della generazione di fenomeni che fu. Il “Boss” non ha mai nascosto l’intenzione di dire basta a fine 2024, ma il pubblico si augura possa rimandare ancora la data di scadenza di una carriera senza eguali. Perdere Lima, Diaz e Bela nel giro di dodici mesi sarebbe un colpo durissimo.

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