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Sai riconoscere il tuo reale livello? È il primo modo per migliorare

Nel padel amatoriale la maggioranza dei giocatori tendere a sopravvalutarsi: un limite sia per l’ambiente sia per i praticanti stessi. Perché frena la crescita, mentre saper comprendere il proprio livello e i propri limiti permette di accelerare il processo. Qualche consiglio su come svolgere un’autovalutazione onesta

di | 15 dicembre 2023

Il mondo del padel amatoriale è un universo ricco di infinite di varietà di giocatori, ma quasi tutti accumunati dalla difficoltà nel definire il proprio reale livello di gioco. Generalmente, la stragrande maggioranza dei praticanti tende a ritenersi migliore di quanto realmente sia, il che rende (spesso) complicato organizzare incontri con chi non si conosce, in quanto c’è il rischio di trovare compagni-avversari non all’altezza, oppure di livello troppo superiore.

Un aspetto antipatico sia per la collettività sia per i giocatori stessi, in quanto sopravvalutarsi è il primo modo per non crescere. L’autostima nello sport non è un male, ma se presa a piccole dosi. Nel padel amatoriale, per esempio, può essere deleteria perché non saper riconoscere i propri limiti porta il giocatore a non analizzarli. Il che, dunque, rende quasi impossibile limarli. Chi invece sa capire le proprie debolezze parte già avvantaggiato nel processo di crescita, sia perché ha ben chiaro dove intervenire, sia perché gli verrà più semplice capire come farlo.

Una partita di padel non si vince soltanto con la tecnica o la potenza: servono tattica, preparazione atletica, capacità di mettersi a disposizione del compagno e di aiutarlo nei momenti di difficoltà, e anche la capacità di identificare i momenti importanti di un incontro e trasformarli in quelli nei quali si gioca meglio. Una qualità tipica dei campioni, ma raggiungibile anche da chi fenomeno non lo è. Anche perché spesso, lontano da certi livelli, per fare la differenza nei momenti chiave basta limitare gli errori e affidarsi alle proprie sicurezze, invece che cercare soluzioni a effetto per fuggire in fretta del momento di tensione.

Dunque, la domanda sorge spontanea: come può un giocatore rendersi conto del suo reale livello? In primis deve cercare di valutare, onestamente, ciò che sa fare meglio e quello che invece gli riesce più difficile. Avere dei limiti in determinati colpi, o in determinate situazioni di gioco, può già essere sufficiente per scendere di un paio di categorie in una ipotetica scala da 1 a 10, in quanto più il livello si alza e più certe insicurezze vengono messe a nudo. Poi si possono valutare controllo di palla, solidità (estremamente sottovalutata), potenza, tecnica ed… esperienza. Un aspetto che conta eccome: fare la cosa giusta nel momento giusto fa vincere le partite, dà sicurezza al compagno e riduce il peso della responsabilità sulle sue spalle.

Spesso, ci si trova meglio a giocare con un partner meno brillante, ma in grado di capire le varie situazioni che si presentano durante un incontro (e agire di conseguenza), piuttosto che a fianco di un giocatore migliore sotto altri aspetti, ma meno navigato. Un altro modo per comprendere il proprio livello è giocare costantemente con avversari diversi. Saggiare diversi tipi di gioco e diversi schemi, come una palla differente, aiuta a crescere. E tendenzialmente serve a farsi venire dei dubbi, mentre affrontando sempre gli stessi giocatori si rischia di “sedersi” su determinate situazioni acquisite, il che rende impossibile sviluppare nuove competenze.

Infine, è molto utile non disprezzare la competenza degli insegnanti, ancora considerati un po’ troppo poco. È vero che molti praticanti giocano col solo scopo di divertirsi fra amici, senza alcun tipo di ambizione, ma giocare meglio fa divertire di più e in questo l’aiuto di un buon maestro può essere determinante. Anche per sentirsi dire, da parte di chi ne capisce, dove la strada da percorrere è ancora tanta.

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