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Per i due ex numeri uno il titolo a Dusseldorf può significare tanto, perché hanno sconfitto per la prima volta Coello/Tapia e dominato i Superpibes. Per vedere la loro miglior versione manca ancora qualcosa, ma era dal 2022 che non riuscivano a tenere certi livelli, Lebron in primis. Nel finale di stagione possono essere protagonisti
di Marco Caldara | 04 ottobre 2023
Ci sono tornei e tornei, vittorie e vittorie. L’Open WPT di Dusseldorf della scorsa settimana, che ha portato per la prima volta il grande padel in Germania grazie anche all’impegno di Boss (che evidentemente dopo il tennis – e Berrettini – ha visto potenzialità anche nella disciplina), non rientrava neanche lontanamente nella lista dei più importanti, ma può rivelarsi fondamentale per la rinascita di Ale Galan e Juan Lebron.
I due ex numeri uno erano tornati a vincere un titolo già vinto a inizio settembre a Helsinki, ma in quel caso Coello/Tapia erano usciti subito in scena e Di Nenno/Stupaczuk non si erano nemmeno presentati, quindi era come se il successo fosse zoppo. Stavolta, invece, entrambe le coppie più forti del 2023 c’erano e le hanno fatte fuori loro, una dopo l’altra fra semifinale e finale, superando in rimonta i numeri uno (battuti per la prima volta: ci avevano perso 4 volte su 4) e poi facendo sembrare i Superpibes una coppia qualsiasi, quando invece sono la sola ad aver – non sempre ma spesso – tenuto il passo dei dominatori della stagione.
I due argentini erano addirittura reduci da quattro titoli consecutivi nel World Padel Tour, ma la loro striscia di 24 vittorie di fila è stata interrotta da un doppio 6-2 senza storia, figlio delle loro incertezze ma anche dei meriti degli avversari, finalmente tornati a livelli degni dei loro cognomi e curriculum. Hanno ancora qualche dettaglio da limare, in particolare Lebron in fase offensiva, ma era da prima dell’infortunio al gomito (per non dire dal 2022) che non giocavano il padel visto in Renania fra semifinale e finale.
Non sembra un caso il fatto che siano tornati i veri Galan e Lebron (o quasi) proprio nella settimana nella quale sono circolate voci su una loro possibile rottura a fine anno, non confermate né smentite. Non sarebbe una sorpresa vederli dirsi addio, visto che il 2023 è la loro quarta stagione insieme e i risultati non sono stati all’altezza delle scorse, ma l’impressione è che molto possa dipendere da come andranno i nove tornei ancora da giocare prima dell’off-season.
Quanto visto in Germania fa ben sperare, perché ai veri campioni basta poco per riprendersi e in termini di fiducia un torneo come quello tedesco vale un’enormità. In più, quest’anno nei confronti delle altre due coppie di punta gli spagnoli hanno giocato la metà, causa assenze o sconfitte premature. Una differenza che in Germania si è (intra)vista e potrebbe presto diventare più di un dettaglio, visto che gli ultimi otto tornei dell’anno saranno tutti consecutivi, senza una sola settimana di pausa, i primi quattro addirittura con ripetuto cambio di continente.
Coello e Tapia sono giovani e determinati, Di Nenno e Stupaczuk sembrano avere energie infinite, ma prima o poi le fatiche del 2023 chiederanno il conto a tutti e sicuramente nel serbatoio di Galan e Lebron c’è più benzina. Tutto, dunque, sembra apparecchiato per un’ultima parte di stagione nella quale la battaglia a due vista per mesi e mesi potrebbe diventare a tre, andando ad abbracciare anche Ale e Juan. Uno scenario niente male.