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Prima Juan Lebron, poi Alejandra Salazar, quindi Agustin Tapia, ma la lista è lunghissima. Un sacco di big del padel sono alle prese con problemi fisici dovuti ai troppi impegni imposti dal calendario. Sarà necessario trovare una soluzione, perché per continuare a crescere il gioco ha bisogno dei suoi migliori interpreti
16 giugno 2023
Negli ultimi anni il fenomeno padel è cresciuto moltissimo e di pari passo l’interesse da parte dei tanti appassionati verso il mondo dei professionisti è aumentato (e sta aumentando) sempre più. Tutto ciò ha portato a conseguenze come un incremento del numero di tornei nel World Padel Tour e, soprattutto, la creazione nel 2022 di Premier Padel, un nuovo circuito mondiale gestito dalla Federazione Internazionale (FIP), finanziato da Qatar Sports Investments (QSI) e sostenuto dalla Professional Padel Association (PPA).
Novità che hanno fatto felici sia i tifosi che i giocatori, per i quali più tornei significa maggiore esposizione e anche maggiori guadagni. Ma non è tutto oro ciò che luccica e col tempo è emerso un rovescio della medaglia che in tanti non avevano considerato: l’aggiunta di così tanti tornei ha aumentato il rischio di infortuni e di sovraccarichi negli atleti, che stanno sempre più facendo i conti con guai fisici per i troppi impegni ravvicinati.
Tra i giocatori più noti che si sono dovuti fermare nell’ultimo periodo c’è Juan Lebron. El Lobo, ormai ex numero 1 al mondo insieme ad Alejandro Galan (i due spagnoli sono stati superati nelle ultime settimane da Arturo Coello e Agustin Tapia), ha comunicato qualche settimana fa che dovrà restare ai box per un po’ di tempo (probabilmente fino a inizio/metà luglio) per recuperare definitivamente da un problema al gomito, lo stesso che non gli ha permesso di partecipare a molti tornei in questa prima parte di 2023.
Discorso simile per la spagnola Alejandra Salazar. In questi ultimi anni la giocatrice più vincente nel World Padel Tour (la classe 1985 ha conquistato addirittura 52 titoli tra il 2013 e il 2023) ha portato il suo fisico al limite con i tanti tornei disputati e ora anche per lei è arrivato un conto da pagare molto molto salato. Dopo tanta sofferenza, il suo gomito ha detto basta e la madrilena è stata costretta a operarsi due giorni fa per risolvere il problema.
C’è poi il caso di Agustin Tapia, il dominatore assoluto di questa stagione in coppia con Arturo Coello, insieme al quale ha vinto tutti i nove tornei WTP disputati nel 2023). L’argentino ha annunciato al termine del Master di Marbella di doversi riposare per riprendersi da un guaio fisico al braccio destro che lo accompagnava da qualche settimana e che lo aveva già costretto a saltare il Danish Open, svolto a metà maggio. Ecco dunque che di conseguenza l’argentino non si è iscritto al French Open, attualmente in corso a Tolosa, con l’obiettivo di recuperare al 100% per il Master di Valladolid della prossima settimana (è iscritto, ma ciò non garantire che sarà al massimo della forma).
Come affermato in precedenza, tutti questi infortuni e stop (quelli citati qui sopra sono i più eclatanti, ma la lista è lunghissima) hanno una spiegazione ben precisa nella mancanza di riposo, aspetto fondamentale per gli atleti di alto livello. Il contratto firmato dai giocatori con WPT non permette di rinunciare ai tornei per scelta tecnica (è necessario documentare un infortunio), il che ha sempre abituato anche i padelisti più forti a partecipare a ogni singolo appuntamento. Ma oggi il calendario internazionale ne conta oltre 30 e così, per evitare di complicare ulteriormente le cose e portare allo stremo totale sempre più giocatori, pare ormai necessario l’obbligo di cambiare qualcosa in termini di programmazione degli eventi.
Il modo più facile per diminuire il numero di tornei pare l’unificazione dei circuiti World Padel Tour e Premier Padel: hanno annunciato da tempo l’inizio di una trattativa, e voci raccontano di una soluzione sempre più vicina. Non c’è nulla di ufficiale, ma l’idea è proprio quella di dare vita a un unico grande circuito, che renderebbe possibile la creazione di un calendario con meno tornei e quindi più sicuro per i giocatori. Allo stesso tempo, tutto ciò andrebbe anche ad aumentare lo spettacolo che il prodotto padel potrebbe offrire al pubblico, perché con meno noie fisiche i giocatori potrebbero regalare uno spettacolo ancora più affascinante. Un aspetto, anche quest’ultimo, da non sottovalutare.
La speranza di tutti – giocatori, appassionati, addetti ai lavori – è che si agisca nella direzione giusta per ogni parte coinvolta in questo sport, per far sì che il padel possa continuare a crescere nel miglior modo possibile. Per farlo ha bisogno dei suoi principali protagonisti, un po’ troppo spesso in infermeria.