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Il tennista romano, reduce dal secondo turno di qualificazioni agli Australian Open, ha fatto il punto sulla nuova stagione: "Dobbiamo abituarci ad una nuova situazione"
di Lorenzo Andreoli | 15 gennaio 2021
Giocare le qualificazioni di un torneo ad oltre 11 mila chilometri di distanza dalla sede di svolgimento del tabellone principale non è cosa di tutti i giorni. In tempi di Covid, però, accade anche questo. La strada per gli Australian Open 2021 passava in via eccezionale da Doha: Gian Marco Moroni, tennista romano classe 1998, l’ha percorsa a metà. Dopo aver eliminato all’esordio l’esperto Mischa Zverev, fratello maggiore di Alexander, ‘Jimbo’ è andato a sbattere sull’olandese Robin Haase, bravo ad imporsi con il punteggio di 6-4 7-5. Ora è tempo per ricaricare le batterie e pensare subito ai prossimi appuntamenti.
“Dispiace per il risultato – commenta Moroni direttamente dal Ritz Carlton Hotel di Doha – ma la stagione è appena cominciata. Dobbiamo abituarci ad un nuovo modo di vivere i tornei. La giornata tipo è divenuta piuttosto standard dalla ripartenza in poi. Siamo, giustamente, in una bolla. Non possiamo far molto, se non allenarci e giocare. Ci si sveglia e si fa colazione, poi si va al campo e si comincia a lavorare. Dopo pranzo conviene restare in camera a riposare perché al circolo ci sono diverse restrizioni. È una situazione strana, senza dubbio, ma siamo tutti quanti costretti ad adattarci. Le difficoltà ci sono, sia per noi atleti che per gli organizzatori. Anche loro hanno risentito notevolmente di questo brusco ed improvviso cambio di rotta. Alcune cose, però, potrebbero essere migliorate. Penso, ad esempio, al fatto di non essermi potuto allenare il giorno dopo la sconfitta ma allo stesso tempo nessuno si è fatto problemi nel farmi prendere l’ascensore con lo staff dell’albergo. Staff che la sera rientrava tranquillamente a casa dalle proprie famiglie nonostante avesse fatto il tampone come da protocollo. Su alcuni aspetti ci sarebbe bisogno di maggiore uniformità per evitare di creare una ‘bolla a metà’”.
Per trovare la giusta serenità e preparare al meglio una nuova e complicata stagione, ‘Jimbo’ ha scelto Foligno. “Ho iniziato questo inverno con Fabio Gorietti e Federico Torresi alla Tennis Training School di Foligno e le cose stanno andando molto bene. Sono contento e soddisfatto di ciò che abbiamo messo insieme durante la pre season. Ci siamo concentrati in modo particolare sul mettere la tecnica al servizio della tattica. Vorrei sentirmi allo stesso tempo solido e aggressivo, senza disdegnare mai le discese a rete. Al centro sportivo mi trovo alla grande sotto tutti i punti di vista. Ho un carattere solare e ho impiegato poco tempo per entrare in sintonia con tutti gli addetti ai lavori. Sto provando ad aggiungere pezzi alla base, il tempo ci darà le risposte”.
Berrettini, Sinner, Musetti & Co. L’Italia del tennis sogna in grande ma bisogna restare con i piedi per terra. “Lo scorso anno tanti ragazzi italiani hanno giocato un gran tennis, togliendosi delle soddisfazioni importanti. Il movimento è in salute, segno che tutti stanno andando nella direzione giusta. Lavoro e sacrifici sono sempre ripagati. Ora, però, guai ad abbassare la guardia. Dobbiamo proseguire a testa bassa su questa strada”. Infine, spazio a programmazione ed obiettivi. “Le prossime settimane dovrei giocare i tornei Challenger di Isantbul, Antalya e Biella ma occorre sempre attendere l’ufficialità delle liste per avere chiaro il quadro della situazione. Non ha ancora alcuna certezza. Per quanto mi riguarda devo migliorare tanto e cercare di evolvermi giorno dopo giorno. Alla classifica penso poco perché questa cambia con i risultati ed i risultati arrivano solo in virtù di allenamenti duri. È sul lavoro che devo concentrarmi il più possibile. Ad agosto della passata stagione sono stato molto vicino ad entrare tra i primi 200 giocatori del mondo: questo è il traguardo che voglio tagliare il prima possibile, poi si vedrà. Passo dopo passo”.