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Lorenzo Musetti: "Lemon Bowl la mia rampa di lancio"

L'amarcord di uno tra i più prestigiosi tornei giovanili del mondo nelle parole della 'Next Gen' azzurra e del direttore della manifestazione

di | 07 dicembre 2020

Lorenzo Musetti, vincitore del Lemon Bowl

Lorenzo Musetti, vincitore del Lemon Bowl

Lasciarsi un anno difficile alle spalle e provare a ripartire. Con il piede giusto. Il Lemon Bowl, uno tra i più prestigiosi tornei giovanili al mondo, non si ferma. L’edizione numero 37 si disputerà a porte chiuse, nel rispetto delle norme e dei protocolli di sicurezza FIT. La ‘Next Gen’ azzurra, attraverso le parole di Lorenzo Musetti ed Elisabetta Cocciaretto, ricorda le emozioni vissute sui campi dello storico torneo capitolino.

“È il mio primo ricordo legato ad un torneo internazionale”, sorride ‘Muso’. “Lo giocai il primo anno da under 10 e vinsi, battendo in finale il mio corregionale Samuele Pieri. Dopo il successo all’esordio, nel 2012, non vedevo l’ora di tornare e così è stato per altre due stagioni consecutive, la 2013 e la 2014. L’ultimo anno, da under 12, persi in finale con Fausto Tabacco. Quando penso al Lemon Bowl riesco a vivere, ancora una volta, emozioni e sensazioni legate a quelle giornate. Dormivo in campeggio con i miei genitori e mi scaldavo sempre con papà. Il mio coach, Simone Tartarini, venne solamente un anno. Ero piccolo ma iniziavo a sentirmi giocatore sul serio. Oggi posso dire a tutti gli effetti che è stata la mia vera, grande rampa di lancio”.

Gli fa eco Elisabetta Cocciaretto, vincitrice nel 2011 nella categoria under 10. “Quando ero piccola era sicuramente il mio torneo preferito”, racconta Elisabetta. “Aspettavo quel momento come poche altre cose e ricordo che seguivo una specifica preparazione pre Lemon Bowl che interessava aspetti interni ed esterni al rettangolo di gioco. Ho disputato questo torneo per cinque anni consecutivi ed ho solamente ricordi meravigliosi. Partite intense, lottate dal primo all’ultimo punto e vissute da tutti noi come occasioni speciali. Un anno giocai contro Olga Danilovic, una ragazza che nel 2018 è stata tra le prime 100 del mondo e che oggi incontro spesso nel circuito, e spesso ci divertiamo insieme a parlare di quella splendida sfida. Per noi aspiranti piccoli campioni il Lemon Bowl era un punto di ritrovo unico nel suo genere. È lì che ho stretto tante amicizie, molte delle quali durate negli anni”.

 

Grande soddisfazione ed entusiasmo anche nelle parole di Paolo Verna, direttore del torneo. “Il Lemon Bowl è una manifestazione che si caratterizza da sempre per la sua informatizzazione. La tecnologia ci ha consentito sin dal primo momento di organizzare le cose nel migliore dei modi e di toccare vette che nessuno ha più raggiunto, come ad esempio il record dei 2045 iscritti ottenuto nel 2014. Molti dei nostri ragazzi vivono su questi campi la loro prima esperienza agonistica. Alcuni diventano professionisti, altri no. Per il tennis in generale è uno splendido momento di promozione e condivisione. Il livello delle sfide alle quali abbiamo avuto la fortuna di assistere negli anni è stato altissimo e sono certo che continueremo a mantenere questi standard. Sono passati da qui grandi campioni internazionali come Ivan Ljubicic, Borna Coric, Jelena Jankovic e Anna Kournikova. Insieme a loro tanti ragazzi italiani che si sono tolti e si stanno togliendo grandi soddisfazioni. Penso a Martina Trevisan, Lorenzo Musetti, Giulio Zeppieri, Elisabetta Cocciaretto e Luca Nardi. Che ricordi ho di loro da bambini? Meravigliosi. Sebbene fossero giovanissimi erano già maturi, con la testa da ‘pro’. Alle 7 del mattino li vedevi in campo ad allenarsi con abnegazione e spirito di sacrificio. La vera forza del Lemon Bowl è l’entusiasmo che ogni giorno, da un anno all’altro, gli addetti ai lavori mettono in ciò che fanno. Non vediamo l’ora di iniziare”.

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