
Chiudi
L'ex professionista argentino, oggi responsabile del settore giovanile e commissario tecnico della nazionale italiana under, ha analizzato il momento di uno fra gli sport più affascinanti del mondo
di Lorenzo Andreoli | 14 marzo 2021
Il padel cresce, diverte, entusiasma. Marcelo Capitani, argentino di nascita ma romano d’azione, è passato dal professionismo al lavoro con i ragazzi. Oggi è responsabile del settore giovanile e commissario tecnico della nazionale ‘Under’. “Lavorare con i ragazzi – dice – mi dà sempre nuovi stimoli. Possiamo giocarcela con tutti”.
“Adoro da sempre lo sport – racconta Marcelo – in tutte le sue forme. Da giovanissimo giocavo a calcio e a ‘tenis criollo’, una variante argentina in cui si utilizzano piccole racchette integralmente in legno. All’età di 15 anni ho scoperto il padel e da quel momento è sbocciato un amore che dura ancora oggi. Negli anni ’90 mio padre aveva in gestione un circolo e decise di costruire due campi. Mi scoppia ancora il cuore di gioia quando penso alla prima volta in cui ho tirato la palla sulla parete e mi sono reso conto di quanto tutto questo fosse estremamente divertente. Era il mio sport, l’ho capito subito. Nel 1993 mi sono trasferito a Buenos Aires per diventare un professionista, lì è cominciata la mia storia. Sono ben 13 le stagioni in cui ho disputato tornei del circuito maggiore affrontando i più forti giocatori del mondo. In otto occasioni ho raggiunto i quarti di finale, piazzamento che mi ha consentito di entrare in top 20 e di togliermi diverse soddisfazioni”.
Sono passati ormai quattro anni dalla chiamata della Federazione Italiana. Una nuova vita che Marcelo ha respirato giorno dopo giorno, senza pentirsi mai. “Nel 2017 mi sono trasferito in Italia dopo aver ricevuto una proposta da parte della Federazione. Oggi, a 45 anni, posso dire che sia stata una delle scelte migliori che abbia fatto. Da responsabile del settore giovanile e commissario tecnico della nazionale ‘Under’ provo sensazioni stupende. Con me lavorano Stefano Pupillo e Sara D’Ambrogio: sono bravi, preparati e fanno molto per i ragazzi. Il 2022 sarà l’anno del Mondiale Juniores under 14, 16 e 18 e siamo in attesa del via libera per poter iniziare i raduni”. Un rapporto, quello tra Marcelo e i suoi allievi, basato sul rispetto e sulla stima reciproca. “La mia professione è ricca di motivazioni. Quando vedo i ragazzi allenarsi mi rendo conto di come siano loro a trasmettere a me gli stimoli giusti. Negli ultimi anni il padel è esploso in maniera incredibile. Abbraccia un pubblico vasto e non richiede, almeno a livello amatoriale, una grande preparazione. Il mondo sta attraversando un periodo difficile e noi abbiamo la fortuna di insegnare e praticare una disciplina che consente di stare all’aria aperta, riducendo al minimo i rischi”.
Prospettive rosee a 360 gradi. “Ci poniamo obiettivi ambiziosi. Siamo consapevoli del fatto che alcune nazioni, Spagna ed Argentina su tutte, siano ad un livello superiore ma vogliamo ridurre il gap. Abbiamo la certezza di potercela giocare con tutti e ogni giorno lavoriamo duramente per fare sempre meglio. Voglio ringraziare tutti i dirigenti della Federazione per l’impegno quotidiano sotto ogni fronte. Penso a Gianfranco Nirdaci, Luca Cimino, Sara Celata, Sara Acquaviva e a tutti coloro che danno il proprio supporto con amore e passione. Sono certo che grazie al Presidente Luigi Carraro il padel diventerà presto disciplina olimpica. Non smetteremo mai di divertirci”.