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Lo scudetto di Baldi, nel nome del padre

Filippo ha trascinato lo Sporting Club Selva Alta allo scudetto di Serie A1, dedicando il tricolore a papà Leonardo, scomparso a febbraio. Era stato lui il primo a credere nel progetto, capendo con otto anni di anticipo le potenzialità del team della sua Vigevano

10 dicembre 2019

Filippo Baldi

Dalla Serie C allo scudetto di A1, in soli otto anni. Un’impresa apparentemente impossibile che allo Sporting Club Selva Alta è diventata realtà grazie a tanti artefici, ma due in particolare: padre e figlio. Il primo è Leonardo Baldi, che da subito ha puntato forte sul progetto Serie A1, e il secondo è il figlio Filippo, vigevanese doc che anno dopo anno è cresciuto fino a diventare il grande protagonista del team da scudetto. Il trascinatore è stato lui, e al PalaTagliate di Lucca ha dedicato una delle vittorie più preziose proprio a papà, prematuramente mancato all'inizio del 2019.

Era il suo primo tifoso, l’ha accompagnato dalle prime lezioni fino alla Top 200 Atp: per questo motivo, e non solo, il primo pensiero dopo il Tricolore non poteva che andare a lui. “Siamo partiti nel 2011 dalla C – ha detto Filippo – credendo in un progetto sul quale papà puntava molto. Questa vittoria è per lui: non c’è più, ma è sempre con me. Abbiamo creato una squadra fantastica fatta da uomini veri, e sapevamo di avere, un giorno, la possibilità di puntare al tricolore”. Ci avevano visto lungo: è bastato qualche aggiustamento di stagione in stagione e lo Scudetto è arrivato, riportato in Lombardia a 30 anni dall’ultima volta e con una squadra a fortissima trazione lombarda, con Baldi, Marcora, Bega, Dadda e gli altri giovani del vivaio.

La grande incertezza fra semifinali e finale, con due incontri tesissimi vinti al doppio di spareggio con Park Tc (Genova) e Ct Vela Messina, non ha fatto altro che aumentare la soddisfazione, ed è fortemente indicativo constatare come nei match decisivi in campo ci fosse proprio Baldi, a Genova come al PalaTagliate, sempre in coppia col francese Antoine Hoang, altro uomo determinante. “Personalmente - ha detto ancora il 23enne di Vigevano - aver vinto il doppio di spareggio è una soddisfazione che non dimenticherò mai, ma senza i miei compagni tutto questo non sarebbe stato possibile”. E nemmeno senza la spinta del ricordo di papà Leonardo. O senza il desiderio di dimostrare che, con otto anni d'anticipo, lui aveva già capito tutto.
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