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Tennista in carrozzina, e writer di professione, Andrea “Kasy 23” Casillo ha realizzato una sua opera commemorativa all’ospedale allestito alla Fiera di Bergamo raffigurando su un corridoio i medici come supereroi. “L’esperienza lavorativa più emozionante della mia vita”
30 settembre 2020
Superman, l’Uomo Ragno e Capitan America, ma anche un medico e un infermiere. Supereroi della fantasia ed eroi dei giorni nostri, affiancati nell’opera realizzata su un corridoio dell’ospedale allestito alla Fiera di Bergamo. Autore “Kasy 23”, al secolo Andrea Casillo, 40enne bergamasco di Chiuduno, writer professionista e tennista in carrozzina di lungo corso. Quando l’hanno contattato dalla nuova struttura allestita per far fronte all’emergenza sanitaria, si è messo subito a disposizione per dare colore a quelle pareti bianche, ricevendo in cambio, parole sue, “l’esperienza lavorativa più emozionante della mia vita”.
Andrea Casillo ha giocato molti tornei nazionali oltre a eventi del circuito ITF
Una vita cambiata 15 anni fa, quando in una notte un’infezione al midollo di origine sconosciuta lo costrinse su una sedia a rotelle. Non si è perso d’animo, ha ripreso a fare sport, ha cominciato a giocare a tennis grazie alla scuola di Marco Verzeroli, e per anni ha partecipato ai tornei Wheelcahir nazionali e del circuito Itf. Poi, pur non abbandonandola mai, ha dovuto ridurre l’attività per lasciar spazio all’altra passione, quella per i graffiti e per l’arte di strada, che lo porta a lavorare in tutta Italia. E che l’ha spinto a usare la creatività per illuminare il buio dell’emergenza sanitaria, e soffocare il dolore di una Bergamo ferita. “Insieme ai supereroi - racconta - su quel muro ho messo infermieri e dottori. Mi è sembrato il modo migliore per ringraziarli”.
L'opera di Andrea Casillo all'ospedale temporaneo allestito alla Fiera di Bergamo: verrà poi spostato definitivamente al Papà Giovanni XXIII
Quando la struttura provvisoria in Fiera verrà smantellata, l’opera troverà una collocazione definitiva all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: un giusto riconoscimento al talento e all’impegno di Kasy 23. Eppure, durante il lockdown c’è stato un momento nel quale anche la sua vena artistica se n’era andata. “Ascoltare in continuazione le sirene delle ambulanze o le campane della chiesa che avvertivano di un decesso era troppo doloroso per permettere qualsiasi genere di ispirazione”. Per riprendere a dipingere ha avuto bisogno di tempo, ma l’ha fatto nel modo più bello. Con la creatività dell’artista e la resilienza del tennista.