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L’edizione milanese del Corriere della Sera celebra il momento d’oro di padel e tennis in Lombardia, con testimonianze dai più importanti club della città. Ne emerge che il padel cresce ogni giorno ma il tennis non ne risente affatto, e a sua volta continua a raccogliere nuovi praticanti
23 febbraio 2022
Il padel continua a crescere e a muovere nuovi praticanti da altre discipline, ma il tennis può stare tranquillo e vivere a pieno un periodo d’oro che va di pari passo con quello dello sport fratello. Perché, come emerge da un articolo a firma di Fiorenzo Radogna sull’edizione milanese (online) del Corriere della Sera, a pagare la diffusione del nuovo arrivato non è stato il tennis ma il calcetto, con numerosi campi di Milano e provincia convertiti in strutture dedicate allo sport della pala. Ne hanno parlato i dirigenti delle realtà più importanti di Milano, che dalla fine del primo lockdown hanno visto le richieste lievitare in continuazione, sia per il tennis sia – ove presente – per il padel.
Il caso più eloquente è quello di Milanosport Spa, che gestisce oltre venti campi da tennis in città, e dalle 30.700 ore di campo affittate nel 2019 (ultimo anno prima della pandemia) è arrivato alle 44.500 del 2021. L’incremento è quasi pari al 50 per cento, ed è destinato a crescere ancora nel 2022. “Riceviamo istanze per la costruzione di campi da padel – ha detto al Corriere il direttore generale Lorenzo Lamperti –, e a marzo inaugureremo quattro nuove strutture”.
Un obiettivo, quello di ampliare l’offerta dedicata al padel, condiviso anche dall’Aspria Harbour Club (che sta ultimando la copertura dei suoi quattro campi inaugurati nel 2019) e dal Tennis Club Ambrosiano, che di “gabbie” ne ha due ma punta ad aumentare il numero totale. “Stiamo dialogando con il Comune per poterne edificare altri – ha detto il presidente Mattia Trapani –, perché la richiesta è altissima”. Idem per il tennis: in via Feltre hanno 16 campi, tutti sempre pieni.
Secondo Alberto Ghezzi, direttore del Tennis Club Lombardo di via Sismondi, “in tutta Milano è impossibile trovare un campo disponibile per giocare a tennis tra le 19 e le 21”, come conferma Martina Alabiso, direttrice dello storico Tennis Club Milano “Alberto Bonacossa” di via Arimondi. “I nostri campi – ha detto – sono sempre pieni, e abbiamo una richiesta crescente di nuove affiliazioni al circolo, che ci ha portato a introdurre delle limitazioni. Padel? Non sembra il tennis a pagare la sua esplosione”.
“Al momento – ha detto Filippo Maltempi, direttore dello Junior Tennis Milano – chi può non costruisce strutture dedicate ad altre discipline e si dedica al padel. La tendenza non è quella di convertire, ma di cercare altri spazi”. In via Cavriana il padel non c’è, ma in compenso il tennis funziona come meglio non potrebbe, con un netto incremento di iscrizioni ai corsi. Segno che, da tennis o da padel che sia, l’oggetto del desiderio è sempre una racchetta.