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È trascorsa la prima storica settimana da numero uno per il tennista di Sesto e il coach ascolano
di Gian Maria Recanatini | 17 giugno 2024
È stata una settimana storica per il tennis italiano: Jannik Sinner ha raggiunto la vetta del ranking ATP, diventando il primo italiano a conquistare questo traguardo. Un sogno inseguito con tenacia e sacrificio, coronato da un successo che segna una nuova epoca per lo sport italiano.
Sullo sfondo di questo trionfo c'è la figura determinante di Simone Vagnozzi, coach di Sinner ufficialmente dopo la separazione da Riccardo Piatti, ma con il quale già in precedenza aveva collaborato per alcuni periodi della sua carriera. Un mentore, un confidente, un amico che ha saputo plasmare il talento del giovane tennista, accompagnandolo in un percorso di crescita tecnica e personale senza eguali.
"Conosco Jannik da quando aveva 14 anni, l'ho incontrato la prima volta quando giocava contro uno junior che allenavo," ha detto Vagnozzi all'ATP quest'anno "Allenarlo è facile, ha un bel carattere e vuole migliorare sempre molto."
Vagnozzi, che da giocatore ha raggiunto un best ranking di numero 161, si è allenato all'inizio della sua carriera con Andreas Seppi, entrambi sotto la guida di Max Sartori. Diventato allenatore, Vagnozzi ha portato Marco Cecchinato alla semifinale del Roland Garros 2018 e alla posizione numero 16 del mondo, e poi Stefano Travaglia al best ranking di numero 60. Da febbraio 2021, Sinner l'ha scelto per un'evoluzione tecnica, focalizzandosi sulle variazioni al servizio e nel gioco d'attacco. Dal Wimbledon 2022, è stato affiancato dal coach dei numeri 1, l'australiano Darren Cahill. Una coppia che si è rivelata subito vincente: entrambi sono stati nominati dall’ATP "Coach of the Year" per il 2023.
Questo connubio ha portato il team Sinner a inanellare una serie impressionante di vittorie: nel 2022 a Umago (contro Alcaraz), poker nel 2023 (Montpellier, Toronto, Pechino, Vienna) e la ciliegina della Coppa Davis, culminata con l’exploit degli Open d’Australia.
Vagnozzi, dal suo ritiro dall’attività agonistica nell’estate 2015, è diventato un vero "guru" della disciplina, mettendo a disposizione la sua esperienza di ex giocatore al servizio del tennis tricolore.
Da adolescente, cresciuto nel Circolo Cartiera di Ascoli Piceno, ha vinto due scudetti a squadre da Under 12 e Under 18. Ora, da Castorano, dove vive, passando per il Circolo Tennis Maggioni di San Benedetto del Tronto, del quale è responsabile dell’Academy, continua a formare talenti.
Questa settimana, dunque, l'Italia ha celebrato un campione eccezionale e un mentore illuminato. Jannik e Simone: un connubio vincente che ha scritto una pagina indelebile nella storia del tennis