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Lo sport è uno dei segreti del benessere per Padre Fabrizio che di recente si è avvicinato al tennis scoprendo insospettate analogie con la preghiera
di Riccardo Di Siena | 31 maggio 2021
“Lo sport porta a un benessere psicofisico e anche spirituale e permette di acquisire nuove conoscenze” così spiega Padre Fabrizio Congiu, Frate Cappuccino della chiesa di Sant’Ignazio di Olbia, il motivo che lo ha sempre portato a praticare dello sport durante la sua vita. Quarantatré anni fa nasceva a Cagliari, viveva vicino a Monte Urpinu ma il Tennis Club gli sembrava un mondo lontano perché non gli capitò mai che qualcuno lo coinvolgesse. La sua attività lo ha portato a girare l’Italia, l’Europa ma anche l’Africa e l’India per missioni particolari, da due anni è a Olbia. Dopo avere praticato tanti sport, calcio e tennis tavolo su tutti ma anche ciclismo, da un anno a questa parte lo si può trovare, nei fine settimana, sui campi del Tennis Club Terranova di Olbia nei quali si sta dilettando con la racchetta senza reprimere il suo istinto sportivo.
Quando ha iniziato a giocare a tennis?
"Ho cominciato a giocare l’anno scorso, forse mi era capitato anche in passato ma sporadicamente, era difficile trovare una racchetta, tutt’ora non ne possiedo una, me la prestano quando vado a giocare. Era uno sport che vedevo lontano come status sociale ed ero fuori da ogni giro, non mi era mai capitato mi invitassero. Da piccolo giocavo a tennis tavolo, avevo partecipato anche ai campionati provinciali, il tennis però l’ho sempre avuto in testa, mi piaceva molto guardarlo in tv, ero parecchio attratto. Il lockdown e le varie restrizioni hanno favorito il mio avvicinamento al tennis non potendo praticare altri sport; un amico, che ha un campo da tennis a casa, mi ha invitato da lui per giocare e così piano piano mi ha convinto ad avvicinarmi al TC Terranova dove mi hanno regalato la tessera come socio per un anno, sono rimasto molto sorpreso, sono stati molto gentili".
Com’è stato imparare a giocare?
"Tutti i progressi che ho fatto sino ad ora sono frutto da una parte dei suggerimenti del mio amico che gioca a tennis da una vita, dall’altra sono dovuti alla mia creatività. Ci vuole tempo, ne ho poco ma mi piace parecchio. Il tennis aiuta molto a concentrarsi proprio anche a livello interiore. Ho letto in un articolo che il greco Stefanos Tsitsipas da quando ha imparato le tecniche di respirazione è migliorato tantissimo nel carattere e nella concentrazione del gioco e da li c’è stata una svolta per lui; sono le stesse tecniche che usiamo anche nella preghiera, mi ha sempre incuriosito il fatto che nel tennis si è soli con se stessi in campo come si è soli nella preghiera".
Ha un colpo preferito?
"Mi piace molto il rovescio a una mano, come lo faceva Sampras e oggi Federer, poi mi viene naturale tagliare la palla di dritto con il chop, con questo colpa la palla quasi si ferma, forse questo gesto proviene dal tennis tavolo, nessuno me lo ha mai insegnato. Ognuno di noi penso che abbia nel proprio braccio dei colpi naturali. Per ora gioco solo partite amichevoli, di allenamento, mi hanno anche proposto di partecipare a un torneo però è ancora presto per me e poi non avrei il tempo necessario a disposizione".
Cosa ne pensa della competizione nello sport?
"Dopo una certa età, quando viene fuori la propria personalità, allora è bello che si giochi anche per vincere perché la competizione può essere sana, l’importante che alla fine ci sia un saluto amichevole proprio come accade nel tennis. Si può essere profondi avversari ma ci dev’essere il rispetto dell’avversario dentro e fuori dal campo. Dovrebbe essere così anche negli altri sport, io ho giocato 30 anni a calcio, poi l’operazione al crociato del ginocchio mi ha costretto a fermarmi. Dentro il campo poteva anche capitarmi di perdere un po’ la pazienza ma poi, finita la partita, emergevano e si instauravano le relazioni di amicizia".
A livello delle parrocchie si gioca a tennis?
"I primi campi che vengono costruiti sono quelli da calcio, pallavolo e basket perché si cercano sport che possano aggregare più persone possibile. Se lo spazio è disponibile si inseriscono, ora stanno nascendo i campi da padel".
L’esperienza di Padre Fabrizio insegna che il tennis è uno sport per tutti. Nel suo futuro ci sono tante partite e magari anche delle competizioni nelle quali potrà lasciar andare il suo istinto con i suoi colpi naturali che gli vengono da dentro.