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Sconfitto in finale il sorprendente austriaco Alexander Erler, stop in semifinale per gli azzurri Julian Ocleppo e Francesco Forti
di Redazione | 02 marzo 2020
La prima volta di un belga all’Ata. Ruben Bemelmans vince in rimonta la sedicesima edizione del torneo Internazionale da 25mila dollari "Trentino Cup", piegando la rivelazione austriaca Alexander Erler. E’ l’uomo di ghiaccio, una forza mentale granitica, il 32enne mancino di Genk, numero 226 delle classifiche mondiali, ma con un best ranking al numero 84, raggiunto nel 2015, non ha mai tremato nemmeno quando si è trovato indietro di un set con il possente 22enne di Innsbruck, numero 544 della graduatoria Atp, un metro e novantatré di altezza, servizio e diritto esplosivi. Ha semplicemente alzato la soglia dell’attenzione e il livello del suo tennis, aggiustando i passanti, affilando il rovescio con i quali ha lavorato ai fianchi il suo avversario. Erler era stato bravo a sfruttare l’unico piccolo passaggio a vuoto del belga e a togliergli il servizio proprio nel decimo gioco del primo parziale per incamerare il primo set. Bemelmans però non si è scomposto, ha tenuto i piedi vicini alla riga di fondo e ha cominciato ad aprirsi più angoli e a trovare più spazi dove infilare i suoi colpi. Ha brekkato subito in apertura di secondo set l’austriaco, quindi sul 2-2 del terzo, con la solita chirurgica precisione, ha piazzato un paio di micidiali risposte strappando nuovamente la battuta al rivale. Qui si è deciso anche il match, il belga è salito sul 4-2 e con i successivi due turni al servizio ha chiuso il discorso dopo due ore e venti di gioco, senza mai dare una reale chance al tirolese per rientrare in partita. Per il tennista fiammingo, che sabato si era aggiudicato anche il doppio in coppia con il tedesco Daniel Masur, si è trattato del secondo titolo Itf del 2020 dopo quello di Nussloch, in Germania, il 15esimo in carriera, al quale vanno aggiunti i cinque successi in tornei Challenger.
Una bella finale per una prova cresciuta sensibilmente quest’anno per qualità tecnica, organizzata al meglio dall’Ata Battisti e gestita con la solita impeccabile efficienza dal team di volontari e di appassionati del presidente Renzo Monegaglia. Con i quali si è complimentato anche il supervisor Pier Luigi Grana, che ha elogiato in particolare i giudici di linea e i giovanissimi raccattapalle.
Più che soddisfatto ovviamente anche Ruben Belemans, “Tornerai” gli ha chiesto con il suo coraggioso francese il numero uno dell’Ata, “Perché no - ha risposto lui - se non sarò impegnato a Dubai o ad Acapulco”, ha poi ammiccato sorridendo.
Continua invece la tradizione negativa per i tennisti austriaci: terza finale, terza amarezza per i colori biancorossi dopo le sconfitte di Philipp Oswald, nel 2008 con Paolo Lorenzi, e di Maximilian Neuchrist, battuto due anni fa dal beniamino di casa Laurynas Grigelis
Singolare maschile
Finale
Belemans (Bel - 1) b. Erler (Aut) 4-6 6-2 6-4
IL RACCONTO DELLE DUE SEMIFINALI
INCOSTANTE - Lo spettacolo dura un set appena nella prima delle due semifinali, Ocleppo non è in giornata, ostaggio dei cattivi pensieri, i colpi ingolfati. Erler (foto in alto) si infila con intelligenza nelle incertezze altrui, è abile a variare ritmo e profondità per togliere punti di riferimento al piemontese che cede il servizio già in apertura. Anche la battuta dell’austriaco non spacca e Ocleppo avrebbe la possibilità per due volte di ricucire lo strappo, ma la prima entra a fatica e non offre adeguato sostegno, così l’austriaco sale sul 4-2 e non si fa più riprendere, volando rapido in testa 2-0 anche nel secondo parziale. Gli errori dell’azzurro, che regala la palla del 4-1 affossando una volée da sopra la rete, spianano la strada a Erler che ringrazia e allunga sul 6-1 agguantando la nona finale in carriera in un torneo Itf; ne ha vinte cinque finora, l’ultima a Heraklion, in Grecia lo scorso novembre.
GRANITICO - Il corazziere belga Ruben Bemelmans impiega poco più di un’ora per smontare le tenere velleità del giovane Francesco Forti, cancellare l’ultima traccia d’azzurro dal torneo dell’Ata e raggiungere da favorito la finale. Toccherà al sorprendente austriaco Alex Erler provare a scardinare questo 32enne mancino di Genk, risalito di ben ventitré posizioni nella graduatoria Atp dopo la semifinale di una settimana fa nel Challenger di Koblenz, adesso è numero 226, mai un movimento o un gesto fuori posto, grande autocontrollo e fondamentali solidissimi, a cominciare da un servizio penetrante e un back affilato di rovescio, più avvelenato di un aspide. Il 22enne cesenate, piccola rivelazione del torneo, resta in partita solo nei primi games di entrambi i set, ma poi finisce fuori giri incapace di tenere il passo del suo rivale, che gestisce ogni momento del match, dal più semplice al più complicato con ieratico distacco, un’assoluta consapevolezza dei propri mezzi tecnici. Mezzi notevoli per queste latitudini, non per chi è stato numero 84 al mondo nel 2015, e ha giocato due finali di Coppa Davis, una da singolarista, persa con la Gran Bretagna di Andy Murray. L’esperienza si fa sentire, ma la differenza vera la fa il servizio, quello di Bemelmans è una macchina da guerra, cede appena sette punti, (8 a 3 il computo degli ace) ricavando percentuali altissime (80%) anche dalla seconda che invece il più delle volte lascia indifeso il romagnolo. Il belga si appoggia a questo colpo per comandare lo scambio e mettere in un angolo il rivale, Forti si aggrappa alla battuta per restare dentro il match, ma non ha né la continuità, né la forza esplosiva del suo rivale subito aggressivo e penetrante con la risposta. Bemelmans affonda il bisturi con chirurgica precisione, sfruttando al meglio i piccoli passaggi a vuoto dell’azzurro, che incassa il break decisivo nel quinto games del primo set, giocato con troppa fretta, e si ritrova presto in apnea anche in avvio di secondo parziale, di nuovo sul 2-2. Bemelmans coglie l’attimo, Forti risale da 15-40 con due prime robuste, ma dopo aver mancato una palla del 3-2 si consegna nuovamente al belga, pure fortunato nel pizzicare il nastro con il rovescio. Il sipario sulla seconda semifinale di giornata cala qui: Forti palleggia sempre più impaziente e contratto, infastidito pure da una dubbia chiamata, Bemelmans gestisce sempre più liscio e solido, di marmo vivo. All’azzurro resta l’amaro in bocca, difficile da mascherare: “Sono sicuramente contento del mio torneo - il commento - ma oggi mi sentivo bene e speravo di lottare di più. Lui però non mi ha dato molte possibilità.” L’obiettivo adesso “è giocare più tornei Challenge possibile”. Un obiettivo sicuramente alla portata del cesenate classe 1999, che si allena al centro tecnico di Tirrenia, e che nel frattempo si è rialzato al numero 453 delle classifiche mondiali. Un ragazzone di un metro e novantuno dall’aria molto matura e dai grandi mezzi fisici, dotato di una notevole sensibilità, non solo di braccio. Sul 4-5 0-15 del primo set è stato capace di correggere il giudice di sedia che aveva chiamato out una seconda di servizio del belga. Meritandosi anche i suoi di applausi.
Singolare maschile - Semifinali
Bemelmans (Bel - 1) b. Forti (Ita) 6-4 6-2, Erler (Aut) b. Ocleppo (Ita - 3) 6-4 6-1
Doppio maschile - Finale
Bemelmans-Masur (Bel-Ger) b. Erler-Jorda Sanchis (Aut-Esp) 7-6(7) 6-2