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Verso il Bonfiglio: un torneo a misura di Davis

Non si arriva a guadagnarsi la definizione di 'quinto Slam Juniores' senza un palmarès di assoluta eccellenza. Basti dire che, solo considerando le ultime 10 edizioni della Davis, in qualunque squadra vincitrice ha giocato almeno un rappresentante (e spesso più di uno) che ha calcato i campi del Trofeo Bonfiglio. I campionati internazionali d'Italia juniores sono in programma da sabato 18 a domenica 26 maggio

di | 15 maggio 2024

Denis Shapovalov

Uno dei protagonisti canadesi, vittoriosi nel 2022, sono passati da Milano. L’edizione è quella numero 56 e il mancino (nato in Israele) Denis Shapovalov, allora sedicenne, fa tappa a Milano nel 2015 per misurarsi con la terra battuta (foto Francesco Panunzio)

Chissà se, passando attraverso i meravigliosi locali della palazzina liberty realizzata nel 1923 su progetto del celebre architetto Giovanni Muzio – non a caso oggi sotto tutela dei beni culturali – i 128 giovani tennisti Under 18 che prenderanno parte alla 64ª edizione del Trofeo Bonfiglio potranno ancora sentire il sapore dell’argento forgiato per la celebre Coppa intitolata al tennista statunitense Dwight Filley Davis e ospitata a inizio anno proprio nelle stanze del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa.

Prima di loro, tantissimi sono stati i campioni che, ancora giovanissimi, proprio dai campi di via Arimondi hanno preso lo slancio per sollevare il prestigioso trofeo. Solo considerando le ultime dieci edizioni della coppa, ideata nel 1899 da quattro membri della squadra di tennis dell’Università di Harvard, si scopre che in qualunque team vittorioso ha giocato almeno un rappresentante – e spesso più di uno – che ha preso parte al Trofeo Bonfiglio.

Detto degli azzurri campioni a Malaga dell’edizione 2023, anche due dei protagonisti canadesi, vittoriosi nel 2022, sono passati da Milano. L’edizione è quella numero 56 e il mancino (nato in Israele) Denis Shapovalov, allora sedicenne, fa tappa a Milano nel 2015 per misurarsi con la terra battuta. Passate le qualificazioni, viene però sconfitto già al 2° turno dall’ungherese Mate Valkusz per 2-6 6-1 6-3. Anche un altro protagonista (in doppio) di quel successo, Vasek Pospisil, è transitato dal Bonfiglio nel 2008: per lui un onorevole terzo turno, sconfitto dall’australiano Bernard Tomic (7-6 6-4).

Nel 2021 a vincere la Davis fu la Russia della coppia di amici Medvedev e Rublev. Curiosamente entrambi furono protagonisti dell’edizione numero 55 del Trofeo Bonfiglio. Correva l’anno 2014 e il russo Daniil Medvedev, allora 18enne, affrontò al primo turno l’argentino Jordi Arconada perdendo un match molto tirato per 7-5 7-6. Molto meglio fece il connazionale Andrey Rublev – quell’anno numero 1 del ranking Itf juniores – che si spinse fino alla finale, dove venne sconfitto da Roman Safiullin (6-2 6-3). 

Correva l’anno 2014 e il russo Daniil Medvedev, allora 18enne, affrontò al primo turno l’argentino Jordi Arconada perdendo un match molto tirato per 7-5 7-6 (foto Francesco Panunzio)

Meglio fece il connazionale Andrey Rublev – quell’anno numero 1 del ranking Itf juniores – che si spinse fino alla finale, dove venne sconfitto da Roman Safiullin (foto Francesco Panunzio)

Della Spagna campione nel 2019 (l’edizione 2020 non venne disputata a causa della pandemia) faceva parte Pablo Carreno Busta, che varcò i cancelli del numero 15 di via Arimondi nel 2009, perdendo all’esordio contro il croato Marin Draganja (6-4 1-6 6-4). Nel 2018 fu la volta della Croazia, quell’anno trascinata da un altro ex n.1 juniores, il classe 1996 Borna Coric. Nel 2013, anno in cui vinse anche lo Us Open cadetto, il croato, allora 16enne, approdò al Bonfiglio dove non andò però oltre il terzo turno, fermato dal francese Maxime Hamou (4-6 6-3 6-4).

A vincere nel 2017 fu la Francia, che aveva tra le sue fila l’ex top 10 Atp Lucas Pouille, il quale vinse il quinto e decisivo match contro il belga Steve Darcis. Sotto la Madonnina arrivò nel 2011, ma il suo cammino si interruppe presto, già al secondo turno, contro lo slovacco Filip Horansky, che lo eliminò dal torneo con un doppio 6-2. Tra i protagonisti di quel successo transalpino ci fu Jo Wilfried Tsonga, che al Bonfiglio arrivò appena festeggiati i 17 anni, nel 2002. Il campione di Le Mans raggiunse i quarti di finale, dove venne fermato dall’argentino Brian Dabul (6-3 5-7 6-1). Importante, in quel successo contro il Belgio, fu anche il punto portato dal doppio che, a fianco di Gasquet, schierava lo specialista (5 tornei del Grand Slam in bacheca) Pierre-Hugues Herbert. Il semifinalista di Roland Garros 2016 (in singolare) arrivò al Bonfiglio per l’edizione n.50 (nel 2009) ma anche lui non andò oltre i quarti di finale, fermato dal brasiliano Guilherme Clezar, che si aggiudicò entrambi i tie-break di quell’incontro.

Jo Wilfried Tsonga al Bonfiglio arrivò appena festeggiati i 17 anni, nel 2002. Il campione di Le Mans raggiunse i quarti di finale, dove venne fermato dall’argentino Brian Dabul (foto Francesco Panunzio)

Nel 2018 fu la volta della Croazia, quell’anno trascinata da un altro ex n.1 juniores, il classe 1996 Borna Coric. Nel 2013, anno in cui vinse anche lo Us Open cadetto, il croato, allora 16enne, approdò al Bonfiglio dove non andò però oltre il terzo turno (foto Francesco Panunzio)

Juan Martin Del Potro arrivò nel gennaio del 2005 fino alla terza posizione mondiale. L’anno prima, il futuro campione dello Us Open 2009 giunse a Milano per giocare la 45ª edizione dei Campionati Internazionali d’Italia, arrivando a un passo dall’alzare la coppa, sconfitto in finale dal tedesco Sebastian Rieschick (foto Francesco Panunzio)


Ad alzare l’insalatiera nel 2016 fu l’Argentina, guidata da uno dei fuoriclasse più amati degli ultimi anni: Juan Martin Del Potro. La carriera juniores del classe 1988 da Tandil fu fortunata e 'Delpo' arrivò nel gennaio del 2005 fino alla terza posizione mondiale, curiosamente lo stesso best ranking che ottenne da professionista. L’anno prima, il futuro campione dello Us Open 2009 giunse a Milano per giocare la 45ª edizione dei Campionati Internazionali d’Italia, arrivando a un passo dall’alzare la coppa, sconfitto in finale dal tedesco Sebastian Rieschick per 6-2 7-5, ma dopo aver incantato gli appassionati milanesi grazie al formidabile binomio servizio-diritto. Del Potro aveva già partecipato al Bonfiglio l’anno precedente, nel 2003 a soli 14 anni, quando perse al 3° turno dallo statunitense Scoville Jenkins (6-4 6-4). Anche il suo compagno di team Leonardo Mayer partecipò al Bonfiglio nel 2005, perdendo nei quarti di finale dall’austriaco Andreas Haider Maurer (7-6 6-3 3-6).

Il 2015 fu l’anno del trionfo della Gran Bretagna, trascinata da uno strepitoso Sir Andy Murray. Numero 2 Juniores nel gennaio del 2004, lo scozzese, allora 16enne, fece la sua apparizione a Milano nell’anno precedente, in occasione della 44ª edizione del Bonfiglio senza lasciare il segno, visto che perse al 2° turno dal francese Julien Gely (0-6 7-6 6-2). Anche il suo compagno di Davis, Kyle Edmund, partecipò al Bonfiglio nel 2012 e, come il più celebre connazionale, uscì al secondo turno per mano del portoghese Frederico Ferreira Silva (6-7 7-6 6-3).

E arriviamo al 2014, l’anno della famosa Davis conquistata a Lille dalla Svizzera in finale sulla Francia.

A regalare il primo trofeo nel Campionato mondiale a squadre per gli elvetici furono Roger Federer e Stan Wawrinka. L’edizione del 1997 e quella del 1998 sono ancora oggi tra quelle più ricordate nella storia del Trofeo Bonfiglio. A renderle così speciali fu proprio la partecipazione di un ragazzino destinato a diventare una vera leggenda del nostro sport: Roger Federer.

Il 16enne svizzero arrivò sui campi in terra rossa di via Arimondi carico di aspettative ma, dopo aver eliminato la testa di serie numero 1 Nicolas Massu negli ottavi di finale, cedette al peruviano Rodolfo Rake (6-1 6-4). Chi c’era, quel giorno, racconta di sei racchette distrutte da un Federer ancora lontano dall’icona elegante che avremmo imparato a conoscere negli anni a venire.

Andrà anche peggio l’anno successivo quando a sbarrargli il cammino, il 20 maggio del 1998, ci penserà al secondo turno il francese Jerome Haehnel (4-6 7-5 6-2). Un brutto colpo per il bambino prodigio che in pochi anni verrà consacrato, grazie al suo talento, all’immortalità tennistica.

Il 16enne svizzero Roger Federer arrivò sui campi in terra rossa di via Arimondi carico di aspettative ma, dopo aver eliminato la testa di serie numero 1 Nicolas Massu negli ottavi di finale, cedette al peruviano Rodolfo Rake

L’edizione fu quella del 2003 e il 16enne fuoriclasse serbo Novak Djokovic riuscì a spingersi fino ai quarti di finale (foto Francesco Panunzio)

L’elenco dei giocatori che hanno vinto la Davis e sono passati dal Bonfiglio sarebbe ancora lunghissimo. Chiudiamo citando solo l’edizione del 2010 quando, a sollevare l’insalatiera, fu la Serbia del 24 volte campione Slam Novak Djokovic.

L’edizione milanese fu quella del 2003 e il 16enne fuoriclasse serbo riuscì a spingersi fino ai quarti di finale dopo aver battuto l’inglese Davis Brewer, l’americano Scoville Jenkins e il tunisino Haythem Abid, prima di essere sconfitto per 7-6 6-1 dal messicano Luis Manuel Flores, di due anni più grande. Il tempo gli avrebbe dato ragione.

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