Il discorso del presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, nella conferenza stampa di presentazione delle Nitto ATP Finals 2025
06 novembre 2025
"Oggi presentiamo la quinta edizione delle Nitto ATP Finals a Torino: un’edizione che sarà, ne sono certo, ancora più grande, più bella e più avvincente delle precedenti. Un’edizione che chiude un ciclo, il primo, di questa nostra meravigliosa avventura" ha detto il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, nella conferenza stampa di presentazione delle Nitto ATP Finals 2025. Un percorso, ha sottolineato Binaghi, che "ha già cambiato il tennis italiano, portandolo ai vertici mondiali e facendolo diventare un simbolo di orgoglio nazionale e di successo condiviso".
Ecco il testo integrale del suo discorso:
Conferenza presentazione Nitto ATP Finals 2025: il presidente della FITP Angelo Binaghi
"Caro Presidente,
ancora una volta grazie per la squisita ospitalità che ci garantite in ogni occasione e che rende per noi ancora più preziosa, se possibile, la partnership con la vostra grande banca.
Oggi presentiamo la quinta edizione delle Nitto ATP Finals a Torino: un’edizione che sarà, ne sono certo, ancora più grande, più bella e più avvincente delle precedenti. Un’edizione che chiude un ciclo, il primo, di questa nostra meravigliosa avventura.
E questa sala è il luogo simbolo del cammino che insieme abbiamo percorso in questi anni: siamo partiti da qui, e allora avevamo anche un po’ di paura davanti alla sfida, enorme, che ci aspettava.
Ma passo dopo passo abbiamo acquisito fiducia, consapevolezza delle nostre capacità, e alla fine siamo stati trascinati dall’entusiasmo per un successo che ha superato ogni aspettativa.
Un successo che ha visto protagoniste quattro entità diverse: l’ATP, proprietaria dell’evento e garante della sua regolarità; la nostra Federazione, che lo organizza sotto la sua supervisione; le Amministrazioni locali, che ne curano gli impatti sul territorio; e infine i giocatori, in particolare i nostri giocatori, che con i loro risultati e il loro carisma hanno dato un’ulteriore spinta all’affermazione di questa manifestazione, rendendola popolare come nessuno poteva immaginare all’inizio.
"In questi giorni riflettevo su come funziona la macchina che produce un successo così grande. È curioso: i momenti di confronto tra le varie parti coinvolte sono pochissimi. Non c’è bisogno di riunioni infinite, ci si parla solo poche volte all’anno.
Mi sono chiesto il perché.
La prima risposta, quasi scontata, è caratteriale: i piemontesi sono gente concreta, di poche parole, e se poi li mettiamo a confronto con i sardi o gli altoatesini non corriamo certo il rischio che ci si perda in lunghe chiacchiere…
"Ma c’è un secondo motivo, più profondo: ci fidiamo l’uno dell’altro, perché ognuno sa che gli altri conoscono perfettamente il proprio ruolo, vogliono svolgerlo nel modo migliore al mondo e lavorano giorno e notte perché tutto funzioni. In poche parole, condividiamo la stessa etica del lavoro.
E infine, probabilmente, a suo tempo è stato costruito un meccanismo perfetto di attribuzione delle competenze tra tutti i soggetti coinvolti. Un modello che consente di cogliere ogni opportunità, e riduce al minimo inefficienze, ritardi e sprechi. Un modello che, ne sono convinto, potrebbe diventare un esempio per l’organizzazione di grandi eventi sportivi futuri, una delle legacy più importanti di questa esperienza.
"I numeri ci confermano che la direzione è quella giusta: a tre giorni dall’inizio della manifestazione abbiamo venduto 198.025 biglietti, l'8,3% in più rispetto allo scorso anno alla stessa data. Il tasso medio di occupazione della Inalpi Arena è già al 96,54%, contro il 95,84% finale dello scorso anno. Le nazioni di provenienza degli acquirenti sono 102, e i biglietti venduti all’estero rappresentano circa il 18% del totale.
E adesso, se ci è consentito, vorremmo — almeno per una settimana all’anno — toglierci i panni degli organizzatori e diventare tifosi. Tifosi dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, che per il secondo anno consecutivo sono presenti in tutte e quattro le gare dei Masters di fine stagione.
Un risultato straordinario, che dà il senso di quanto questa avventura, iniziata cinque anni fa qui a Torino, abbia già cambiato il tennis italiano, portandolo ai vertici mondiali e facendolo diventare un simbolo di orgoglio nazionale e di successo condiviso.
