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Il commento di Paolo Bertolucci e le sue mancanze sul sistema-progetto della nostra federazione, che da anni supporta il semifinalista di Rotterdam e tantissimi altri azzurri: amnesie, omissioni o disinformazione?
di Paolo Rossi | 08 febbraio 2025
Congiuntura astrale oppure, più semplicemente, cultura del lavoro e progetto? In questi giorni Mattia Bellucci sta stupendo e sorprendendo il mondo del tennis con i suoi exploit sul campo a Rotterdam, e dunque gli analisti si profondono in commenti. Paolo Bertolucci, però, tanto per cambiare, parla di “allineamento dei pianeti” che risarcirebbe l’Italia del tennis “dopo anni di scarso raccolto”. Dopo questa premessa la conclusione è che “soltanto nel 2024 Bellucci ha iniziato a comporre il puzzle”.
Quanto può essere credibile un opinionista che dimentica bellamente il lavoro dei “potenziatori”, come ama definirli il direttore tecnico nazionale, nonché capitano non giocatore delle due ultime Coppe Davis Filippo Volandri? Fermo restando che il merito è sempre del coach, del tennista e del suo staff, andrebbe anche dato atto alla Fitp e al suo lavoro di sistema e supervisione che, anche nel caso Bellucci, è in atto ormai da anni. Esattamente come iniziato e avvenuto per tanti altri azzurri, la cui lista si allunga sempre di più.
Ed è proprio questo il progetto, la “vision” del presidente Angelo Binaghi che non smette mai di ricordare come “gli azzurri debbano essere sempre pronti a investire, e la federazione è presente, pronta nel supportare”.
Si chiama dunque cultura del lavoro, iniziato ormai oltre vent’anni fa, e non casualità astrale. Resta un unico dubbio: se è solo mancanza di informazione personale, omissione oppure una strategia di disinformazione. Pensate che proprio in questi giorni alla Fitp si continuano a ricevere richieste di interviste dai media esteri, in particolare francesi, morbosamente vogliosi di scoprire le ragioni del successo italiano, “la nazione più forte del mondo” come giustamente sottolinea il numero uno del tennis azzurro.