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Il tennis italiano piange la scomparsa di Iano Monaco

Nato a Palermo nel 1947. è stato dal 2001 Consigliere della nostra Federazione di cui è stato anche eletto vice-presidente nel 2012. Dal 1994, per otto anni, ha guidato anche il Circolo Tennis della sua città natale e ha riportato a Palermo la Coppa Davis in occasione dei quarti contro gli USA di Agassi e Sampras nel 1995

di | 22 febbraio 2025

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Chiunque sia cresciuto in un circolo di tennis ha il proprio 'presidente'. Quello che continui a chiamare così anche 30 anni dopo la fine del suo mandato, perché capace di lasciare il segno nella vita delle persone (nella mia, in questo caso). Di solito sono dei visionari, persone capaci di lasciare il segno. Iano Monaco, nato a Palermo nel 1947 e scomparso dopo una lunga malattia, era il mio 'presidente'. Era lui che guidava il Circolo Tennis Palermo (lo ha fatto dal 1994, per otto anni) quando da bambino sognavo di vivere di tennis e passione. Colui che ha saputo riportare la Davis a Palermo, regalando a quelli come me il sogno di vedere da vicino Andre Agassi e Pete Sampras in una sfida di Coppa Davis rimasta nella storia.

Palermo capitale del tennis, venivano anche da Malta per assistere all'evento, sembrava impossibile. Iano era diventato presidente del Circolo da un anno e già tracciava un solco importante. Credeva fortemente nel concetto del vivaio, nella valorizzazione dei talenti locali e nel provare a valorizzare anche quelli come me che di talento ne avevano poco. Voleva costruire una Sicilia che potesse emergere e farsi strada a livello nazionale e internazionale, erano gli anni delle stragi ma lui guardava avanti. Il grande evento era una opportunità per far crescere la passione e dare risalto al territorio, il volto migliore del territorio. Ha tenuto in piedi gli Internazionali di tennis di Sicilia per anni, esponendosi in prima persona per salvare quella settimana di tennis nel calendario ATP a settembre. Fino a spingersi a sottoscrivere una fidejussione bancaria personale pur di garantire un futuro al torneo, con il rischio che i soci del circolo votassero contro. 

 

Era così Iano Monaco. Polso duro, schiena diritta e idee estremamente chiare. Allegro e divertente, ma non alla ricerca del consenso. Le sue idee, i suoi principi non erano derogabili. Un modo di essere e di fare che lo ha portato a sostenere il cambiamento anche a livello nazionale, diventando uno dei principali componenti della squadra federale guidata da Angelo Binaghi nel 2001. Un impegno a cui non si è mai sottratto, perché le cose andavano fatte bene e gli ideali andavano seguiti e tutelati. Così come la bellezza e l'arte, che ha sempre inseguito nella sua professione di architetto (tra i più noti in Sicilia). Laureato a Firenze nel 1970, docente della facoltà di Architettura di Palermo fino al 1986, era tutt'ora il presidente dell'Ordine di Palermo. 

La Federazione era casa. E grazie alle sue capacità professionali ha contribuito ad accelerare il processo di crescita del movimento nell'ambito dell'impiantistica, ricoprendo anche la carica di vice-presidente federale nel 2012. 

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Negli ultimi anni ha dovuto combattere Iano. Perché le malattie colpiscono anche i più forti, anche coloro che nuotano nel golfo di Mondello in inverno e sono davvero degli ironmen (il triathlon e soprattutto il nuoto sono un altro amore mai nascosto). Ha sofferto, in silenzio, lontano fisicamente dalle sue passioni ma sempre presente con idee e suggerimenti. La vita gli ha regalato tanti riconoscimenti, ma gli ha anche fatto vivere lo scorso giugno il dolore della perdita del figlio Alberto. Un dolore immenso vissuto con il solito sguardo proiettato in avanti.   

Addio 'presidente', spero che tu possa adesso ritrovare la pace. Chi ti ha conosciuto intanto piange, ricordando te, Filippo Bonomonte e Gabriele Palpacelli. Tre pilastri siciliani del tennis italiano che troppo presto hanno lasciato il campo.

Il Presidente Angelo Binaghi e tutta la Federazione Italiana Tennis e Padel si stringono con affetto alla sua famiglia in questo momento di grande dolore.

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