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Mattia Spoto, il n.1 punta al Mondiale: "Bello il Mondiale in Italia, voglio fare la storia"

L'intervista a Mattia Spoto, numero 1 del mondo, impegnato con Nicolas Gianotti agli ITF Beach Tennis World Championships a Cesenatico

di | 03 settembre 2025

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Dopo un 2024 illuminato da 14 titoli, l'emiliano Mattia Spoto, numero 1 del mondo, si è presentato con grandi ambizioni agli ITF Beach Tennis World Championships a Cesenatico. Allenato da Danny Cirella, Spoto disputa il torneo con Nicolas Gianotti, francese nato in Martinica e cresciuto a Guadalupa, che ora vive all'Isola di Reunion. "Giochiamo insieme da quattro anni" ci ha raccontato alla vigilia dell'esordio nel torneo: un esordio felice, un successo in due set sul giapponese Satoshi Goda e il tedesco Benjamin Ringlstetter.

"Ci completiamo bene, però credo che la caratteristica più importante che ci dà forza entrambi è l'aspetto fuori dal campo.  Siamo molto amici, ci troviamo molto bene insieme fuori dal campo e quindi aiuta anche dentro al campo.

Cosa fa a suo avviso fa funzionare così bene la vostra coppia? 
Sicuramente lo stile di gioco.  Lui è un giocatore che finalizza di più il punto dall'alto perché ha qualità fisiche diverse dalle mie. È un metro e novanta e dall'alto fa male, occupa tanto campo, mi copre più la parte del fondo campo e io quella un po' più davanti, sono un po' più aggressivo in avanti e lui indietro. 

Cosa l'ha fatta innamorare del beach tennis?
Ho sempre amato il beach tennis perché fin da bambino i miei genitori andavano al mare ai Lidi Ferraresi. Andavo in spiaggia e mi piaceva molto giocare a beach tennis. Allora i miei genitori non conoscevano l'esistenza del beach tennis invernale, per cui mi iscrissero al corso di tennis, lo sport un po' più simile per loro al beach tennis. Quindi ho iniziato a giocare a tennis, all'età di 16 anni avevo già iniziato a girare il mondo a livello professionistico. Però il mio allenatore, Andrea Setti, non smise di allenare a Bologna al Country Club e mi passò un po' lo stimolo del tennis. Mi riavvicinai sempre in spiaggia d'estate al beach tennis e cominciai a seguire. 

La sua esperienza tennistica le è stata in qualche modo di aiuto?
Se hai una base tennistica, quando cominci a giocare a beach tennis aiuta un po' all'inizio. Poi quando devi migliorare, capisci che la tecnica è totalmente diversa. Il beach tennis è uno sport di riflesso in molte situazioni, perché il campo è molto più piccolo rispetto al tennis e quindi non hai tempo per fare le aperture ampie, i movimenti devono essere molto più corti rispetto al tennis e si basa più sui riflessi, in più ci sono molto più soluzioni tattiche. 

Mattia Spoto, il n.1 punta al Mondiale: "Bello il Mondiale in Italia, voglio fare la storia"

Gioca a destra o a sinistra? 
Oggi sono un giocatore di destra anche se iniziai a giocare a sinistra quando ero under. Solamente che col tempo il mio fisico non cresceva tanto, quindi per le mie caratteristiche fisiche e le qualità gioco successivamente scoperte, mi sono sempre allenato per giocare a destra.

Quale ritiene sia il suo punto di forza, la chiave che l'ha spinta a questo cambiamento, al di là del fisico?
Sicuramente la lettura di gioco e la fase di difesa statica. 

Negli anni come ha visto cambiare il beach tennis?
Sicuramente c'è stata un'evoluzione perché quando io ho cominciato a giocare, nel 2017, le regole erano totalmente diverse e agevolavano un certo tipo di giocatori mentre ad oggi ne agevolano altri. Però in una linea generale, i più agevolati da sempre sono quelli con un fisico importante, cioè molto alti, infatti ad oggi secondo me un giocatore di destra veramente forte ha comunque bisogno di un giocatore di sinistra che occupa tanto campo. Ti faccio un esempio. Prima la rete era alta, per cui un giocatore alto 1,90 m fa male quando schiaccia o batte, ma poteva farlo anche un giocatore alto 1,80. Oggi che la rete si è alzata a 1,80 m, chi è alto 1,90 passa lo stesso, chi è più bassino fa più fatica soprattutto a favore di vento. 

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Cambia tanto tra servire a favore e contro vento?
Gran parte delle partite si vincono tenendo i game a favore di vento, e sono sempre i soliti che ci riescono, ovvero i giocatori più alti di 1,90 m che hanno più forza, più angoli, più traiettorie. Un giocatore alto 1,80 m, come la rete, per far passare la palla sopra il nastro deve imprimere una parabola più alta, e di conseguenza fa meno male. 

Preferisce il beach all'aperto o indoor, in condizioni che annullano gli effetti del vento?
Sono assolutamente per il beach tennis all'aperto, outdoor. 

Volendo raccontare un po' per brevi fotogrammi la sua carriera, ci può raccontare i momenti importanti che si porta nel cuore della sua storia in questo sport? 
Sicuramente il mio primo torneo importante vinto nel 2019 in Sudafrica; il mio primo titolo delle Sand Series nel 2021, a Brasilia con Giannotti, che è stato proprio il primo torneo che abbiamo fatto insieme.  Il Mondiale a Cesenatico che abbiamo vinto nel 2023. Poi Reunion nel 2024, che è un torneo storico e iconico del nostro sport. Le BT Finals del dicembre 2024 a Brasilia.

Quanto è importante un Mondiale di beach tennis in Italia, a Cesenatico?
Adesso il beach tennis è uno sport che va per lo più all'estero, quindi avere un torneo così importante nel nostro Paese è di sicuro motivo di orgoglio. Ci stimola a fare il massimo.  Poi l'importanza del torneo neanche la sto a spiegare, perché è un titolo mondiale. Dal punto di vista sportivo, arrivo in finale da quattro anni e spero di farlo anche per il quinto.

Quanto potrà essere un fattore il pubblico? 
Non sono abituato ad avere il pubblico a favore semplicemente perché il 99 per cento dei tornei sono in Brasile e giochiamo praticamente sempre contro dei brasiliani per cui abbiamo il pubblico contro. Però mi piace molto quando c'è calore dentro il campo, che c'è un'atmosfera carica, diciamo così. In Italia questa atmosfera non è così carica come in Brasile, però il pubblico qui è molto più rispettoso. Mi piace l'atmosfera europea, più simile al tennis, mentre in Brasile è più simile al calcio.

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 Fa parte anche lei della comunità d'italiani che è andata a vivere e giocare in Brasile?
Sì sì, sono andato anche io in Brasile. Come in tutte le cose, ci sono pro e contro. Sicuramente il pro è che fa piacere essere visti come una persona tra virgolette importante, essere stimato. Dall'altra parte i contro sono che si ha poco tempo per se stessi all'interno di un torneo, perché siamo molto a contatto con le persone e molti ti chiedono continuamente foto e autografi. A volte è una cosa bella che fa piacere, in altri momenti è un po' stancante. 

Cosa si potrebbe e dovrebbe fare perché il beach tennis possa diventare più popolare in un numero maggiore di nazioni?
Secondo me si potrebbe provare a espandere i tornei in più zone del mondo, non solo in Brasile. Anche se capisco non sia facile oggi trovare un altro Paese che investa così tanto in uno sport come il beach tennis

Nella sua carriera ha vinto praticamente tutto: ora quali sono i suoi obiettivi, i suoi sogni?
Sicuramente spererei che un giorno il beach tennis diventi sport olimpico.  A livello di titoli non mi manca niente, ho vinto praticamente tutti i tornei, di quelli storici mi manca solo Aruba. Quello che mi piacerebbe sarebbe entrare nella storia come il giocatore con più settimane, più anni da numero uno al mondo. Vincere un Mondiale è sicuramente un traguardo incredibile, ma essere numero 1 vuol dir essere stato il migliore per un anno intero e questa è una molla motivazionale fortissima. Se dovessi scegliere, ambisco più a restare dieci anni numero 1 più che a vincere dieci Mondiali.

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