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Il palocchino festeggia il quinto sigillo in carriera dopo le due vittorie di Tenerife, Cordenons e Nonthaburi
di Pietro Corso | 27 aprile 2025
Matteo Gigante è il ventinovesimo re del Challenger di Roma. Il tennista di Casal Palocco ha trionfato in finale contro il lituano Vilius Gaubas per 6-2 3-6 6-4, sollevando il suo quinto trofeo in carriera nella categoria, il primo sul territorio italiano. Una finale combattuta e in parte condizionata dalla pioggia che si è abbattuta sulla Capitale nella domenica dell’ultimo atto, con “Giga” che è stato capace di rimontare il break di svantaggio nel terzo set, quando Gaubas sembrava sul punto di portare a casa l’incontro.
Il trofeo della rassegna romana torna in mano a un azzurro 3 anni dopo l’ultima volta, quando Franco Agamenone sconfisse Gian Marco Moroni in finale. Con questo successo, Gigante torna a muovere il ranking ATP che lo vedrà adesso al numero 163 del mondo, 31 posizioni indietro rispetto al miglior piazzamento in carriera.
“Dopo 29 anni devo dire che è bello portare a compimento un torneo del genere – ha raccontato il direttore del torneo, Ezio “Pancho” Di Matteo –. Nel corso del tempo, l’organizzazione di un evento di questa portata è diventata sempre più difficile, come testimonia il momento storico che sta vivendo il Paese. Mi sento fortunato perché qui al Tennis Club Garden ci sono tanti amici che mi sostengono e che rendono possibile la realizzazione del torneo”.
Di Matteo ha commentato anche l’ondata azzurra della settimana del Garden, con 9 tennisti italiani nel tabellone principale e la vittoria finale di un romano: “È stata una settimana eccezionale, con moltissimi italiani in campo sin dai primi giorni. Non si tifa per un tennista in particolare, ma non può che esserci soddisfazione nel vedere gli azzurri combattere per il trofeo e non posso che essere contento per Matteo, che è un bravissimo ragazzo. Il futuro del Challenger di Roma? Io ho voglia di fare un torneo ancora più grande. Spero che le persone che hanno promesso aiuti alla rassegna mantengano la loro parola. Ne vale della storia dell’evento, che l’anno prossimo festeggerà ben 30 anni; soprattutto, credo che la città meriti di mantenere un appuntamento così importante a cui tutti tengono molto”.