
Chiudi
Il giovane tennista jesino racconta la sua prima esperienza sui celebri prati londinesi e traccia un bilancio della stagione Slam. "E ora penso al futuro"...
di Gian Maria Recanatini | 23 luglio 2025
Come è stata la tua prima volta sui campi erbosi di Wimbledon? Sapendo che questa è stata la tua prima esperienza a Wimbledon Junior dopo Australian Open e Roland Garros, com'è stato adattarsi ai prati di Roehampton rispetto alle superfici precedenti? Che sensazioni hai provato entrando in quello che è considerato il tempio del tennis?
"L'esperienza a Wimbledon è stata bellissima, è sempre bello vivere e imparare in questi ambienti. L'adattamento ai campi in erba è stato un po' complicato: i primi giorni facevo fatica, ma pian piano sono riuscito ad allenarmi e a giocare un buon tennis anche su questa superficie. Entrare dentro Wimbledon è stato stupendo, ho visto i giocatori allenarsi e giocare dal vivo e questa è stata una bella esperienza per me. Dopo aver giocato sul cemento in Australia e sulla terra rossa a Parigi, l'erba rappresentava per me l'ultima sfida. I rimbalzi sono completamente diversi, più bassi e imprevedibili rispetto alle altre superfici. Vedere da vicino campioni come Djokovic e Sinner allenarsi sui campi accanto è stato incredibile".
Qual è stato l'aspetto più difficile nel prepararsi per giocare sull'erba? Considerando che l'erba è la superficie meno giocata nel circuito giovanile, come hai preparato questa esperienza? Hai avuto modo di allenarti sui prati prima di arrivare a Londra?
"Ho la fortuna da due anni di allenarmi alla Galimberti Tennis Academy, che ringrazio per aver messo a disposizione il campo in erba. Pur non essendo molto simile ai campi inglesi, mi ha permesso di capire come giocare sull'erba e mi ha avvantaggiato molto nella preparazione al torneo. Inoltre ho anche avuto l'onore di allenarmi con Luciano Darderi per preparare la stagione su erba e questa è stata un'esperienza molto formativa per me. L'erba richiede movimenti diversi, bisogna stare più bassi, il servizio diventa ancora più importante. Allenarmi con Darderi mi ha fatto capire aspetti tattici che da solo non avrei compreso così in fretta".
Come valuti il tuo percorso nei tre Slam Junior del 2024-2025? Avendo ora completato la tua esperienza in tutti e tre gli Slam Junior (Australian Open, Roland Garros e Wimbledon), come confronti le tre esperienze? Quale ritieni sia stata la più formativa?
"A livello di risultati poteva andare sicuramente meglio, ma sono comunque contento di aver fatto queste esperienze e di aver giocato i tre Slam Junior. Ritengo che da tutti e tre abbia appreso delle nuove cose, anche osservando i giocatori, che sicuramente mi aiuteranno a crescere e a migliorare. Ogni torneo mi ha insegnato qualcosa di diverso: in Australia l'importanza della preparazione fisica per reggere il caldo, a Parigi la pazienza sulla terra battuta, a Wimbledon l'adattamento rapido. Forse proprio Wimbledon, per la sua unicità e tradizione, è quello che mi ha colpito di più emotivamente".
Come vedi il resto della stagione dopo questa esperienza a Wimbledon? Considerando che hai obiettivi importanti per il 2025 tra circuito ITF junior e punti ATP.
"La stagione va avanti e spero di continuare a migliorare e a crescere, che è l'obiettivo primario. Ora ho un bagaglio di esperienza molto più ricco: aver giocato tutti e tre gli Slam mi dà maggiore consapevolezza dei miei mezzi. L'obiettivo è continuare nel circuito ITF Junior, ma anche iniziare a guardare verso qualche torneo ATP, magari partendo dai Future. So che la strada è ancora lunga, ma questi tre Slam mi hanno fatto capire che il livello del tennis mondiale è altissimo. Essere di Jesi e arrivare a giocare Wimbledon mi fa capire che con impegno e sacrificio si possono raggiungere traguardi che sembravano impossibili".