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Il capitano Volandri, insieme all'amico Bernardo Corradi, allenatore della nazionale Under 20, e al presidente del Tc Prato Marco Romagnoli, parlano di tennis e di Coppa Davis. "Confermarsi non è mai facile ma noi vogliamo rimanere in alto"
di Vezio Trifoni | 05 febbraio 2025
In occasione dei festeggiamenti dei 50 anni del Tc Prato, l'ospite d'onore del circolo toscano che ha ospitato per ben due volte la Coppa Davis (1987 contro la Svezia e 1998 contro lo Zimbabwe) è il capitano, vincitore di due insalatiere nel 2023 e 2024, Filippo Volandri.
Insieme a lui il presidente del club Marco Romagnoli e l'amico e commissario tecnico della nazionale Under 20 Bernardo Corradi insieme ai tanti soci del club che hanno posto tante domande al capitano.
"È stato il miglior modo, con il capitano di Davis Cup Filippo Volandri per iniziare i festeggiamenti dei 50 anni del club perchè il nostro circolo è legato a questa manifestazione avendola ospitata due volte - spiega Marco Romagnoli presidente del Tc Prato - insieme a Filippo, anche lui toscano doc, abbiamo ripercorso un pò la storia azzurra che comprende anche due incontri disputati a Prato e ci sono state tantissime domande e curiosità sulle vittorie del 2023 e del 2024 che hanno portato l'Italia sul tetto del mondo del tennis maschile dopo 47 anni".
"Per me è un onore poter condividere i 50 anni del Tc Prato e le vittorie di Davis dell'amico e capitano Filippo Volandri - spiega Bernardo Corradi - il tennis e il calcio sono due sport differenti perchè uno è singolo e l'altro di squadra ma quando si gioca per i colori dell'Italia ogni atleta si trasforma e vuole dare qualcosa in più. La nostra bravura è quella di aggiungere in ogni sfida una motivazione e un obiettivo differente. In questo "Filo" (Volandri) è davvero un maestro".
Il primo ricordo va proprio al Volandri giocatore.
"Nel 1997 proprio al Tc Prato ho vinto il Master Eta dei migliori under 16 europei - spiega Volandri - ed ho fatto finale nel Torneo Internazionale Under 18. Sono nato e cresciuto tennisticamente nella mia città Livorno poi mi sono trasferito a Firenze e da quei risultati giovanili ho iniziato a credere di poter fare il tennista".
Una carriera importante che ti ha portato ad essere il numero 25 al mondo, il numero uno in Italia e a quella vittoria nel 2007 agli Internazionali di Roma con Federer?
"Rispetto ad adesso la situazione era diversa e la mia classifica è stata importante ma era l'espressione del tennis italiano dell'epoca e anche in Coppa Davis faticavamo a rimanere ai massimi livelli e in qualche occasione siamo retrocessi con Federer, siamo entrambi del 1981, ho perso tante volte in quell'occasione ho fatto un grande risultato poi a Roma vale ancora di più".
Terminata la stagione agonistica diventare capitano era il tuo obiettivo ?
"Il desiderio c'era ma il presidente Binaghi mi ha detto di no e mi ha dato un incarico differente seguire gli over 18 al Centro tecnico di Tirrenia, mi è cambiata la vita e per quasi un anno ho dovuto modificare il mio modo di organizzarmi e capire cosa fare".
Poi hai cambiato tutto?
"Diciamo che ho trasformato il sistema lasciando i giocatori ad allenarsi con il proprio maestro di riferimento con la federazione che supporta e aiuta la crescita del giocatore - spiega Volandri - e in questa maniera anzichè seguire 6-7 giocatori possiamo monitorare tutti gli atleti, anche quelli che maturano più tardi".
Forse è nata lì la vittoria della Coppa Davis ?
"Sono sincero non mi aspettavo a gennaio 2021 di diventare capitano anche per me è stata una sorpresa e la richiesta era di riconquistare la Davis nell'arco di 5 anni. Avevamo Berrettini numero 6 del mondo, Sinner e Musetti in crescita diciamo che ci ho fatto un pensierino".
È andata bene perchè al terzo anno è arrivata la vittoria riconfermata lo scorso anno?
"Così è tutto bello ma come sapete, ad un certo punto, ho dovuto fare delle scelte dolorose ma fondamentali per creare quello spirito di gruppo che poi è stata la base dei successi a Malaga e del superamento del turno preliminare a Bologna. La sconfitta con il Canada nella prima giornata del 2023 a Bologna ha dato la scossa al gruppo e volevo vedere se Lorenzo Sonego invece di annullare quattro match point al cileno Jarry perdeva quella partita..... Ma anche i tre match point annullati da Sinner contro Djokovic in semifinale sempre nella prima Davis vinta hanno cambiato la storia. Se faccio delle scelte le condivido con lo staff e con i giocatori. Di solito parlo con ognuno di loro prima con quelli che non giocheranno e poi con chi scenderà in campo"
Quindi Sinner sempre per ultimo?
"Sì, Jannik è il numero uno al mondo quindi lo tengo alla fine e quando ci sono momenti delicati lui è davvero unico perchè si trasforma e invece di sentire la tensione riesce a esprimere il suo miglior tennis"
Un aneddoto?
"Contro Greekspoor in finale l'avversario ha chiesto il medico e lui invece di irritarsi mi fa un gesto e mi chiede dove si è fatto male. 'Al polso', ah non poteva in questo caso incidere".
Parlavi di gruppo?
"Le due Davis le abbiamo vinte grazie a Sinner ma anche a un gruppo che ha visto Arnaldi, Sonego, Musetti, Berrettini sia da tifoso nel 2023 e da protagonista nel 2024, ma anche Bolelli e Vavassori (numeri 4 al mondo della specialità) che sono stati i primi a sostenere e a dare consigli a Sinner e Berrettini nel doppio contro l'Argentina e non dimentichiamo Cobolli".
Ora le Finals da Malaga si spostano in Italia?
"Confermarsi non è mai facile ma noi vogliamo rimanere in alto e avere 11 giocatori tra i primi 100 dimostra che abbiamo una base solida e dietro stanno crescendo giovani promettenti - evidenzia Volandri - sono fiducioso e convinto che questo gruppo non vuole fermarsi".
Ma se Sinner ti chiamasse per sostituire Cahill a fine anno?
"Sarebbe una scelta difficile ma gli direi di no perchè fare il capitano di Davis e difendere i colori della nazionale è qualcosa di speciale per me che provengo proprio dai circoli e dal difendere i colori del club (anche Matteo Berrettini ne è un esempio) e mi ricordo quando era ragazzino e giocavo la C3-C4 e mi allenavo la sera per giocare con i miei compagni di squadra. Questo è lo spirito di squadra che amo e che cerco di trasmettere".