Classe 2002, Simone Iacovino è una delle tre new entry nella Nazionale italiana di padel maschile. Gli Europei di Cadice, e la fiducia della capitana e del Team, rappresentano la realizzazione di un sogno.
Esordio pieno di tensione e poi un bel riscatto. Qual è la cosa più bella di questa esperienza?
“Sicuramente è il gruppo. Siamo affiatati, scherziamo, ridiamo e ci arrabbiamo insieme. Questa è la cosa che mi sta dando più soddisfazione finora. La prima partita non è stata piacevole; c’era un po’ di tensione, emozione, le condizioni del campo erano difficili e non siamo mai riusciti a trovare le sensazioni giuste. L’importante è che la squadra abbia comunque vinto. Poi il giorno successivo è arrivata la vittoria, è stata un'emozione incredibile, la volevo davvero tanto. Ho ringraziato Marcela per avermi dato una seconda opportunità. Volevo vincere e ripagare la fiducia che mi è stata data”.
Marcela, una capitana granitica
“E’ una vera capitana, anche se non parla tanto, quando lo fa dice cose vere che sente davvero. Si vede che le sue parole arrivano molto dritte”.
La prima volta che hai giocato a padel? Quando e come è successo? Che effetto ti ha fatto?
“Venivo dal calcio, un paio d’anni come portiere a calcio. Poi ho giocato a tennis dall’infanzia fino ai 13 anni,; poi nel circolo dove ho vissuto e mi allenavo a tennis, all’Oasi di Pace a Roma, montarono i primi campi da padel. Mio padre giocava lì e un giorno mi disse di provare; è stato amore a prima vista. Ho lasciato il calcio e mi sono dedicato al padel, prima per divertimento e fare sport, poi la cosa è diventata sempre più seria fino ad arrivare qui, agli Europei con la Nazionale”.