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Iacovino: “Desideravo questa maglia, ringrazio Marcela per la fiducia”

Il romano è alla prima convocazione in Nazionale: “Ammiro Chingotto, e che emozione il Major al Foro Italico”

di | 24 ottobre 2025

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Classe 2002, Simone Iacovino è una delle tre new entry nella Nazionale italiana di padel maschile. Gli Europei di Cadice, e la fiducia della capitana e del Team, rappresentano la realizzazione di un sogno.
 
Esordio pieno di tensione e poi un bel riscatto. Qual è la cosa più bella di questa esperienza?
“Sicuramente è il gruppo. Siamo affiatati, scherziamo, ridiamo e ci arrabbiamo insieme. Questa è la cosa che mi sta dando più soddisfazione finora. La prima partita non è stata piacevole; c’era un po’ di tensione, emozione, le condizioni del campo erano difficili e non siamo mai riusciti a trovare le sensazioni giuste. L’importante è che la squadra abbia comunque vinto. Poi il giorno successivo è arrivata la vittoria, è stata un'emozione incredibile, la volevo davvero tanto. Ho ringraziato Marcela per avermi dato una seconda opportunità. Volevo vincere e ripagare la fiducia che mi è stata data”.
 
Marcela, una capitana granitica
“E’ una vera capitana, anche se non parla tanto, quando lo fa dice cose vere che sente davvero. Si vede che le sue parole arrivano molto dritte”.
 
La prima volta che hai giocato a padel? Quando e come è successo? Che effetto ti ha fatto?
Venivo dal calcio, un paio d’anni come portiere a calcio. Poi ho giocato a tennis dall’infanzia fino ai 13 anni,; poi nel circolo dove ho vissuto e mi allenavo a tennis, all’Oasi di Pace a Roma, montarono i primi campi da padel. Mio padre giocava lì e un giorno mi disse di provare; è stato amore a prima vista. Ho lasciato il calcio e mi sono dedicato al padel, prima per divertimento e fare sport, poi la cosa è diventata sempre più seria fino ad arrivare qui, agli Europei con la Nazionale”.
Simone Iacovino in azione alla FIP Euro Padel Cup (Foto PadelFIP)

Simone Iacovino in azione alla FIP Euro Padel Cup (Foto PadelFIP)

Roma è diventata la terza città al mondo per numero di campi da padel, inoltre in Italia ci sono molti eventi di prestigio. Se te lo avessero detto quel giorno all’Oasi di Pace…
“Non ci avrei creduto. Ne sono orgoglioso. Quando ho iniziato a Roma c’erano già tanti circoli ma nulla paragonabile a quello che accade oggi. Ora, ogni chilometro c’è un circolo di padel”.
Chi è il tuo modello di giocatore di padel, quello che secondo te è più forte?
Il mio idolo, quando ho cominciato, era Aleandro Galan: lo guardavo sempre. Oggi però il giocatore che mi fa impazzire è Chingotto, perché, nonostante qualche defaillance fisica, riesce a competere con tre mostri che smashano da ogni parte. E non solo li contrasta, ma riesce anche a batterli. E’ una vera ispirazione”.
Roma, il Foro Italico, il Major……
Ho un rapporto speciale con il Major di Roma. Due anni fa, alla mia prima partecipazione, in qualificazione grazie ad una wild card, insieme a Michele Bruno siamo riusciti ad entrare nel tabellone principale. Il miglior torneo della mia vita in quel momento. Quest’anno, nel tabellone principale, abbiamo superato un turno… la prima volta in un Major e farlo a Roma ha avuto un gusto speciale. E’ stato molto bello ma vorrei provare a fare ancor meglio il prossimo anno”.
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