Luogo e data di nascita: Milano, 21 settembre 1912 (scomparso a Savona, 8 ottobre 1996 )
In Coppa Davis: dal 1933 al 1934 partecipò a 6 incontri tra nazioni vincendo 4 dei 10 match di disputati (3 v. su 6 in singolare, 1 v. su 4 in doppio). Esordì a Firenze, il 5 maggio 1933 nella sfida tra Italia e Jugoslavia giocando il doppio con il barone Uberto De Morpurgo. Gli azzurri persero la partita contro Kukuljevic/Palada 12-14 6-3 1-6 6-4 6-3 ma si aggiudicarono l’incontro per 4-1.
Nei tornei del Grande Slam: giocò a Parigi nel 1935 raggiungendo il 3° turno, battuto dall’australiano Don Turnbull 6-0 4-6 6-3 6-2
Agli Internazionali d’Italia: raggiunse i quarti di finale nel 1931 (battuto 6-3 6-3 6-1 dal futuro vincitore, l’inglese Pat Hughes) e nel 1932 (battuto 7-5 6-4 6-2 dal futuro vincitore, il francese Andrè Merlin) e gli ottavi nel 1935. In doppio fu semifinalista nel 1931 (insieme a Leonardo Bonzi).
Titoli Italiani: vinse il titolo di doppio maschile nel 1932. L’anno precedente, a nemmeno 19 anni, era stato finalista in singolare (battuto da Uberto De Morpurgo) e nei quattro anni seguenti riuscì sempre a qualificarsi per il girone finale a quattro. Vinse il titolo under 18 nel 1930, il titolo di doppio maschile under 18 nel 1929 e 1930 e quello di doppio maschile di 2° categoria nel 1930. Nei campionati a squadre vinse il titolo di 2° categoria (Coppa Croce) nel 1938 e 1939
Miglior classifica italiana: fu numero 3 d’Italia nel 1933, 1935 e 1936, numero 4 nel 1934.
Note: non era di famiglia benestante e i campi cominciò a calcarli da raccattapalle. Un socio del Tennis Club Milano gli regalò una racchetta e lui imparò da autodidatta. Fu notato da un appassionato sportivo, il ragionier Emilio Galli, che ne divenne il mentore, seguendolo e associandolo alla Sezione Tennis della Canottieri Olona. Campione italiano juniores nel 1930, nel 1931 esordiva già in Coppa Davis. Fisico minuto ma velocissimo era dotato di grande intelligenza tattica ma soprattutto di un rovescio eccezionale con il quale tirava passanti imprendibili, stupiva con morbidissime smorzate e piazzava mortiferi lob. Arrivò velocemente al livello dei migliori, misurandosi con i più forti tennisti del suo tempo: da Cochet a Von Cramm, da Borotra a Fred Perry. Poi, nella seconda metà degli Anni Trenta, a seguito di un mai chiarito trauma fu vittima di una sorta di tic che gli faceva girare la testa di scatto ogni volta che doveva colpire la palla alla sua destra, dal lato del diritto. Continuò a giocare a livello agonistico importante colpendo di rovescio e, addirittura, servendo di rovescio. Dopo la Seconda Guerra mondiale divenne insegnante di tennis professionista, la professione che avrebbe svolto per il resto della sua vita.