EZIO DI MATTEO
Luogo e data di nascita: Roma, 2 novembre 1948.
In Coppa Davis: Tra il 1968 e il 1971 ha giocato 2 incontri tra nazioni, vincendo 2 match su 2 (1 su 1 in singolare). Esordì il 24 maggio 1968 a Biella vincendo (insieme a Eugenio Castigliano) il doppio contro Alain Manigley/Fracis Truchi nel match che vide l’Italia battere 5-0 il Principato di Monaco.
Nei tornei del Grande Slam: tra il 1969 e il 1974 è entrato 8 volte nei main draw:, 6 volte al Roland Garros, 2 a Wimbledon. Il suo miglior risultato è il secondo turno raggiunto nel 1970 e 1972 a Parigi, nel 1971 sull’erba inglese.
Agli Internazionali d’Italia: conta 10 presenze nel tabellone principale, tra il 1966 e il 1976. Raggiunse gli ottavi di finale nel 1967 (- G. Bologna 6-1 8-6 6-4), nel 1971 (- R.Laver, Aus, 6-4 6-1) e nel 1972 (- J.L. Rouyer, Fra, 6-1 6-0).
Titoli e finali nel circuito mondiale: il suo miglior risultato nel circuito maggiore furono i quarti di finale a Senigallia nel 1971 (- F. Pala, Cec, 4-6 6-3 7-5), torneo in cui fu anche finalista in doppio (con Antonio Zugarelli). Titoli a livello open: Roma Canottieri (1970), Terracina (1971), Senigallia e Argenta (1972), Roma Parioli, Napoli e Roma Fleming (1975), Siena e Roma Garden (1980).
Titoli italiani: ai Campionati Assoluti fu finalista in singolare nel 1969 (- Nicola Pietrangeli 6-2 6-3 7-5). Vinse il titolo di doppio 2ª categoria (1965),
Miglior classifica italiana: fu numero 3 d’Italia nel 1970 e 1972,
A livello giovanile: è stato campione italiano di doppio under 18 (1965 e 1966) e di doppio misto under 16 (1964). Raggiunse la finale del Trofeo Bonfiglio, nel 1966 e 1968, e la finale della Coppa Porée di Parigi nel 1967.
Note: di lui Mario Belardinelli, grande tecnico azzurro, diceva che come giocatore era come nella vita: divertente.
Ebbe e conservò negli anni il soprannome “Pancho”, perchè era di carnagione un po’ scura come il grande campione americano dell’epoca, Pancho Gonzalez, ma soprattutto perchè ricevette in regalo dall’amico Erminio Azzaro, saltatore in alto azzurro (poi marito e allenatore della leggendaria saltatrice Sara Simeoni), un bel sombrero di ritorno dale Olimpiadi di Città del Messico.
Vanta successi su top players dell’epoca come Marty Riessen, Manuel Orantes, Jon Tiriac, Brian Gottfried.